IL MESSAGGIO DELL’AUTORE
ESTRATTO
La prima poesia del libro
Vocabolari e altri vocabolari
Ogni parola, un cassetto nel ventre,
un piano di grattacielo,
una grotta nascosta,
un brillare di stelle al centro dell’inferno.
Una popolazione di lettere e sillabe democratiche,
una raccolta differenziata di pesi netti e tare.
Tu chiami amore qualcosa
che non ammette inclusione impura
nel cristallo del dire,
né il peso lordo nel gioco combinatorio.
Nel mio mondo, invece, la tua è indifferenza,
e l’odio non è nuocere, bensì non collaborare
e non aiutare a fare del male
a chi non ha spine per potersi difendere.
La sofferenza è uguale per tutti,
ma c’è chi è più uguale di altri.
Hanno strappato l’anima alla parola animale,
coloro che non amano nemmeno l’uomo.
Il bambino istintivamente adora gli animali
e, per essere rispettato,
esige che loro vengano protetti.
Qui me amat, amet et canem meum.
Parole nel vuoto:
Ornamento del dire diventa delitto,
nel vuoto di-s-senso.
Virgolette e corsivi,
per battute di dialogo e pensieri del cane protagonista,
non vengono accettati dall’editore,
poco avvezzo allo studio delle lingue straniere.
Ma l’autore sa se l’espressione sul viso di pelo
significa “mi sento così e lo tengo per me”
oppure “mi sento così e te lo dico!”!
Dubbi assalgono anche i controllori della lingua,
che devono spesso arrendersi al furor di popolo
e ai numeri dei motori di ricerca:
occorrenze di forme più o meno (s)corrette
(repetita iuvant…),
per portare nuova linfa nelle pagine
di enciclopedie e Vocabolari,
insicuri nel vestito del proprio scrivere,
dubitando addirittura dell’ausiliare giusto,
insidiati dall’ipercorrettismo.
Esistono corrispondenze- l’equivalente della parola,
l’equivalente dell’uomo –
ma il linguaggio equivalente non viene ap-prezzato:
non è farmaco di marca,
non è cane o gatto di razza.
Il lignaggio del linguaggio,
contrapposto alla ricchezza del meticciato.
E le inversioni inattese:
la religione come scienza,
la scienza come religione,
la preghiera che offende come bestemmia,
la bestemmia che vuol essere preghiera,
la folle o profetica allucinazione.
Voglio una parola
che sia violenta scarica elettrica,
pensiero per immagini,
taglio che chiude la pagina.
Non il sottovoce che non ha funzionato.
Voglio un intonaco arrotolabile,
spolverato di cipria di marmo di Carrara
e travertino romano,
per coprire queste pareti di un nuovo inizio,
perché l’errore non ricompaia.
PREFAZIONE DI LUCIA GADDO ZANOVELLO
“Voglio una parola / che sia violenta scarica elettrica, / pensiero per immagini, / taglio che chiude la pagina. / Non il sottovoce che non ha funzionato.”
Brina Maurer, qui autrice di un libro scritto nella lingua di cui si avvale chi parola non ha, denuncia con la forza aggiuntiva e unica della poesia l’inganno secondo il quale fin da piccoli ci viene fatto credere che gli animali delle altre specie sono esseri inferiori, che non meritano o non necessitano di molta considerazione, dimenticando la loro provata straordinaria sensibilità, il dolore e le emozioni che essi pure sperimentano.
Gli umani si comportano in modi diversi con gli animali, ma alcuni di loro non li rispettano e molti ancora purtroppo non si preoccupano minimamente di come vengano trattati, nemmeno quando vengono torturati. Sebbene sia considerato lodevole prestare aiuto agli umani bisognosi, quando un essere non umano avrebbe bisogno di essere soccorso viene spesso abbandonato al suo destino, e anche questa è una forma di discriminazione specista, dato che tutti gli animali hanno necessità e diritto a non essere penalizzati, sfruttati od offesi.
Negli ultimi decenni, fortunatamente, evento rivoluzionario quanto tardivo, nell’umanità va facendosi strada la consapevolezza, per qualcuno incresciosa, di essere parte non soltanto della natura, quanto soprattutto della compagine degli organismi animali, a volte persino senza variazioni di grado e di valore, comprendendo finalmente che siamo interconnessi nel profondo con la natura e con gli altri esseri viventi, che dobbiamo custodire la complessità della vita per salvare la nostra stessa esistenza sul pianeta.
Non più dunque la morale dell’uomo sovrano del mondo, ma una legge universale che ci veda parti integrate in un tutto, senza limiti di spazio e di tempo.
Vi è poi la necessità urgente, e questo ‘Vocabolario’ diviene raro e prezioso strumento a tal fine, di coltivare nell’uomo la propensione all’empatia fin dalla più tenera età, solo così si potrà aprire la strada alla giustizia, capacità di chi, sospeso il giudizio negativo della diversità, sentendosi in armonia con l’intero universo, sarà in grado di abbracciarlo totalmente, specchiandosi in esso, allora il paradiso da cui l’uomo si è dolorosamente allontanato potrà tornare sulla terra.
Verità e certezze che chiaramente legge e impara chi ha guardato a lungo negli occhi di un cane, comprendendo e assimilandone la lingua purissima, tenera e innocente.