Oggi prima tappa del blog tour dedicato al libro di Aldo Pagano: Un indagine di Emma Bonsanti "ERBA D'ANNATA".
Sinossi
Zona industriale di Bari, lunedì mattina, metà dicembre.
Fa un freddo cane e tira una gran tramontana quando il
sostituto procuratore Emma Bonsanti arriva sul luogo, un capannone dismesso,
dove è stato segnalato il cadavere di un ragazzo della Bari bene.
La vittima, la informa il sovrintendente capo della polizia
Michele Lorusso, è Giorgio De Santis: ventiduenne, studente in legge,
praticante notaio e figlio di noti ristoratori locali.
Il corpo di De Santis è sotto il colmo del tetto e, secondo
Catalano, il medico legale, le fratture multiple riscontrate sono state
provocate dall’impatto a terra dopo un volo di una decina di metri da una delle
falde. Disgrazia, suicidio, omicidio: Catalano non esclude nessuna ipotesi. Spetta
a Emma accertare la verità. Partendo da una notizia. Quella notte nel capannone
si è svolto un rave party.
Sara Bellomo è un’amica di Giorgio, una grande amica. Era
presente al rave, è stata lei a chiamare i soccorsi. È scossa, molto scossa, e
parla di un ragazzo profondo e scontroso, che lei conosceva da quando sono nati
dato che sono figli di genitori che si frequentano dai tempi del liceo – lo
stesso in cui andava pure Emma –, loro e altri ancora, a costituire due gruppi
storici di amici: quello degli adulti e quello dei ragazzi. Sara, che sta per
laurearsi in psicologia, riferisce della depressione leggera di cui soffriva
Giorgio a causa della morte, molti anni prima, di suo fratello Marco per un
male inguaribile. Era soggetto a frequenti up e down ma nell’ultimo periodo era
peggiorato; Sara aveva cercato di saperne di più ma avevano finito col
litigare. A proposito di litigi: Giorgio era uno che non se le teneva, diciamo,
che aveva numerosi scontri con gli amici, con i genitori, con persone
incontrate casualmente ma Sara esclude che qualcuno possa averlo ucciso. Teme
che si sia suicidato, piuttosto, e questo non se lo perdonerebbe mai.
Anche Emma Bonsanti attraversa un periodo di fragilità. Senso
di solitudine, di vuoto, di inutilità. Non capisce da dove derivi, vuole solo
stare per conto suo e non fare niente. Forse non crede più nel suo lavoro, la
ricerca di una verità giudiziaria fine a se stessa. Forse. Forse vuole cambiare
il corso della storia che vive con lo scrittore Edoardo Bruni il quale,
tuttavia, è sposato con Valeria; all’inizio a Emma andava bene, ora non più.
Forse. O forse non ha ancora elaborato la morte di Roberto Carulli, sette anni
prima, la morte dell’unico uomo che abbia sicuramente amato, una morte su cui
lei ha indagato scoprendo i responsabili ma senza riuscire a ottenerne la
condanna. Forse.
Di certo c’è il fatto che Emma non ha nessuna voglia di
indagare sulla fine di Giorgio De Santis, una fine che ha tutta l’aria di
essere un suicidio, come sostengono i testimoni ascoltati.
Solo Lorusso, che pure la pensa come Emma, affronta
l’inchiesta con l’idea di scartare ogni altra ipotesi prima di archiviarla. E
in effetti qualcosa appura. Tipo che Sara Bellomo, proprio la sera del rave,
aveva cercato di picchiare Giorgio. E non basta: Giorgio forse meditava di
mandare all’aria il matrimonio con la sua ragazza, Ambra Signorile, che su quel
matrimonio puntava assai. E non basta: grazie a Lorusso salta fuori che Giorgio
coltivava marijuana, ottima Apulia silver haze, e da un po’ la spacciava pure e
lo faceva con Ambra. E non basta ancora perché Giorgio vendeva la sua erba al
quartiere Umbertino, palcoscenico delle serate della Bari bene pieno di locali e
territorio dei Catacchio i quali, qualche mese prima, pestano di brutto il
ragazzo e lo minacciano di morte se lo beccano ancora a spacciare a casa loro.
E poi, per quanto possa valere, c’è la testimonianza di questo tizio presente
al rave, u Flippàte, che sostiene di aver visto qualcuno fuggire dal luogo dove
sarà trovato il corpo di Giorgio.
Niente di certo, Emma resta dell’idea che sia stato un
suicidio, ma abbastanza per far tornare operativo il sostituto procuratore
Bonsanti.
La quale, però, nel frattempo è incappata in un’altra
inchiesta, un’inchiesta del tutto privata. Lorusso scopre che il rave in cui è
morto Giorgio De Santis è stato organizzato dal centro sociale Kaos ed Emma ha
un po’ di vecchi amici in quel posto. Vuole proteggerli, vuole insabbiare
quella parte dell’inchiesta perché secondo lei se Giorgio è morto la colpa non
è sicuramente degli organizzatori. E quindi incontra Scintilla Matrone, una
sociologa che del Kaos è fondatrice, per parlarle. Il punto è che anche la
sociologa ha qualcosa da dirle e le racconta che durante i lavori a casa sua Scintilla
ha trovato un vecchio telefonino e quel telefonino era proprio di Roberto
Carulli, grande amico di Scintilla.
Ora, lo abbiamo detto, Emma ha indagato sulla morte di
Roberto. Ha consultato i tabulati, conosce ogni singola telefonata che lui
aveva fatto dai suoi cellulari. E ha scoperto tante cose della vita segreta del
suo Roberto.
Be’, pare che non abbia ancora scoperto tutto.
E intanto, a proposito di tabulati telefonici, arrivano
quelli del cellulare di Giorgio De Santis. Giorgio era praticante notaio, lo
sappiamo, e perciò ci sta che risultino diverse chiamate con Alberto Lepore,
notaio che fa parte del gruppo storico degli adulti, tanto vicino ai De Santis
che per Giorgio è zio Alberto. Quello che è strano è il numero di telefonate e
messaggini con Lucia, la moglie di Alberto. Zia Lucia, per Giorgio.
Aldo Pagano
Nato a Palermo nel 1966, ha vissuto a lungo a Roma, Bari, Milano, Como. Ex giornalista ed ex sommelier, fra le tante altre cose che ha fatto gli piace ricordare gli anni nelle pubbliche relazioni e il lancio di un fichissimo chiosco da spiaggia.
La protagonista di Motivi di famiglia, il pubblico ministero Emma Bonsanti, è apparsa anche nel suo primo romanzo, La trappola dei ricordi, pubblicato nel 2015 da Todaro e in corso di ripubblicazione per Piemme.