giovedì 30 ottobre 2025

Così amano le donne. Un caso per la commissaria Lara Alfieri, tra passioni e segreti” – romanzo di Laura Serena PRIMA TAPPA DEL BLOG TOUR

 

Così amano le donne. Un caso per la commissaria Lara Alfieri, tra passioni e segreti” – romanzo di Laura Serena



 

Il personaggio della Commissaria Lara Alfieri: come si evolve

Lara Alfieri è una commissaria di polizia. Ha 35 anni e da due vive una relazione stabile e appagante con Marco, 36 anni, manager ambizioso e in piena ascesa professionale. Lara vive in centro a Milano, a pochi passi dal commissariato, immersa in quell’atmosfera metropolitana che riflette perfettamente il suo stile di vita dinamico, ma anche sofisticato.

Nel lavoro, Lara è una professionista determinata: metodica, lucida e analitica, dotata di un acume investigativo che le permette di cogliere anche le sfumature. La sua fermezza e la capacità di agire con prontezza anche sotto pressione, le permettono di mantenere il sangue freddo anche nelle situazioni più difficili e pericolose. Lavora con una squadra affiatata, tutta al maschile, che la stima e la rispetta.

Non si lascia intimidire da criminali spietati né dalle situazioni ad alto rischio: affronta ogni caso con una calma strategica e una determinazione incrollabile, guidata da una mente razionale.

Nel corso del romanzo, Lara si troverà a fronteggiare individui privi di scrupoli, immersa in indagini complesse e pericolose. La sua tenacia e la capacità di mantenere il controllo emotivo saranno fondamentali per portare avanti l’inchiesta sulla misteriosa morte del professor Righetti, stimato docente dell’Università Statale di Milano. Ma accanto alla poliziotta risoluta, emerge anche la donna, con le sue fragilità e insicurezze. Nel privato, Lara mostra un volto più umano e vulnerabile. Con Marco, l’uomo che ama, non riesce sempre a mantenere quella freddezza analitica che la caratterizza sul lavoro. I momenti di tensione nella relazione la mettono a nudo, rivelando insicurezze e timori che molte donne possono riconoscere come propri. È in questi frangenti che Lara si interroga su sé stessa, sul significato dell’amore, sulla paura di perdere ciò che ha costruito. L’imminente trasferimento di Marco a Londra per una prestigiosa promozione la costringe a fare i conti con le proprie emozioni e con il senso di instabilità che ne deriva.

Lara è una donna completa, che incarna la complessità dell’essere femminile: forte e autorevole nel lavoro, sensibile e autentica nella vita privata. Ama la moda, le scarpe con i tacchi, le serate nei locali milanesi con le sue amiche fidate, Alice, Monica e Sara, che rappresentano un punto fermo nella sua esistenza. Ha una vita sociale vivace, fatta di confidenze, risate e momenti di condivisione che le permettono di ricaricarsi e ritrovare sé stessa.

Nel romanzo, il lettore seguirà Lara non solo nella sua indagine, ma anche nel suo percorso interiore. Fondamentale sarà il sostegno delle sue amiche del cuore, in particolare di Alice, ma anche della saggia Iride, l’anziana vicina di casa, che con la sua esperienza e la sua dolcezza aiuterà Lara a guardarsi in profondità.  Sarà un viaggio tra le ombre del giallo e quelle dell’anima, tra la ricerca della verità e quella di un equilibrio personale, fino a  trovare la forza per scegliere il proprio destino.

 

lunedì 27 ottobre 2025

Estinzione di Francesco Mazza edito La nave di Teseo Blog Tour 1 Tappa

 

 Estinzione di Francesco Mazza edito La nave di Teseo Blog Tour  1 Tappa



1.  TRADIMENTO E LUSSURIA DEL DOLORE

Al centro di Estinzione si trova un paradosso sentimentale: il tradimento come detonatore di piacere. Silvio, il protagonista, scopre che la sua compagna Alisia lo tradisce con un altro. Invece di troncare, la scoperta lo spinge a un’esperienza erotica e mentale più intensa. È qui che nasce il concetto di “lussuria del dolore”, una categoria forse inedita nella letteratura italiana: il piacere che nasce non dal possesso, ma dalla perdita.


Il dolore inflitto da Alisia diventa la condizione necessaria per l’orgasmo del protagonista. Senza il pensiero del tradimento, Silvio non riesce più a eccitarsi; con quel pensiero, l’orgasmo è immediato. È una perversione consapevole, che non si limita a descrivere la gelosia, ma la rovescia. Una condizione estrema, ma riconoscibile: chiunque abbia sperimentato l’amore tossico conosce l’ambiguità tra attrazione e repulsione, piacere e distruzione.

La “lussuria del dolore” è anche un dispositivo narrativo: permette di tenere insieme l’ossessione privata e la riflessione universale. Silvio non è semplicemente un uomo tradito, è un uomo che ha bisogno della ferita per sentirsi vivo. È l’opposto della psicologia consolatoria della nostra epoca, quella che predica la resilienza, la guarigione, il “volersi bene”. Qui, invece, il male diventa risorsa, quasi un’estetica. In questo senso, il romanzo dialoga con autori come Houellebecq o Bataille, ma lo fa con una voce italiana, ironica, sporca, capace di trasformare l’osceno in saggio e il saggio in pornografia.

Il tradimento, insomma, non è solo un fatto di trama, ma il cuore tematico del libro. Rivela la dipendenza affettiva, il cortocircuito tra piacere e dolore, la fragilità di un uomo che cerca il sublime nella rovina. È un tema che scandalizza e insieme affascina: perché nessuno può dirsi del tutto estraneo alla vertigine di amare ciò che ci distrugge.

lunedì 13 ottobre 2025

La poesia è cyberpunk di Stefania Lucchetti edito Albatros Seconda tappa del blog tour

 La poesia è cyberpunk di Stefania Lucchetti edito Albatros   



In questo mondo di dati, di informazioni, di tempo che scivola via non abbiamo più il tempo di fermarci a pensare. La poesia costringe a fermarsi, per un tempo breve, e riflettere. Quella riflessione concisa, di impatto, porta poi a mantenere un pensiero e un’idea nel corso della giornata.

È per questo che in un mondo dove si legge sempre meno, le informazioni scorrono incessantemente (tema a cui ho dedicato molti pensieri ed un saggio – The Principle of Relevance, pubblicato a Hong Kong nel 2010), lasciando sempre meno tempo per riflettere, la poesia può diventare un rifugio di umanità.  La poesia offre un’occasione, breve come il tempo a disposizione, di pensiero profondo condensato, una piccola dosa di filosofia e meditazione, capace di interrompere e hackerare il flusso di informazioni e dati infiniti e spesso superficiali del nostro quotidiano. 

In La poesia è cyberpunk spero di offrire non solo parole, ma anche momenti di pensiero, chiavi di lettura per un universo emotivo complesso. Laddove ogni sentimento, anche i più intensi e apparentemente scomposti, hanno un posto e una voce diventando parte dell’essere, del fluire, del divenire, con la speranza di toccare corde segrete e risvegliare sentimenti nuovi, nel tempo breve di cui ciascuno dispone.


 

martedì 7 ottobre 2025

Le sarte della Villarey di Elena Pigozzi edito Mondadori. Terza tappa del blog tour

Le sarte della Villarey di Elena Pigozzi edito Mondadori.




Terza tappa:

Uno dei tratti fondamentali del romanzo è la sua ricostruzione storica rigorosa, necessaria per far emergere la figura di Alda e delle altre anconetane nella loro verità storica restituendo alla loro vicenda quell’eroismo e quel valore che un elemento d’invenzione avrebbe sminuito. Il risultato è che le figure realmente esistite spiccano per la loro umanità e si impastano con naturalezza ad alcuni personaggi d’invenzione (Milo, Laura, Pietro), in un contesto storico preciso, non “ispirato a fatti realmente accaduti” e poi adattati a quello che Manzoni definiva come “romanzesco”.



lunedì 6 ottobre 2025

La poesia è cyberpunk di Stefania Lucchetti edito Albatros Prima tappa del blog tour

 



Prima tappa: La poesia è cyberpunk

La scrittura, per me, nasce come gesto intimo e necessario: è il tentativo di trattenere ciò che scivola, di trasformare il quotidiano in significato, di offrire una voce a tutti i momenti della vita, anche quelli più confusi e ambigui.

Nei miei testi cerco di dare spazio a tutte le storie, emozioni e pensieri che sfuggono alle narrazioni lineari, ma che custodiscono il senso più profondo dell’esistenza.

Per me la poesia è un atto quotidiano. È la possibilità di rallentare lo sguardo dentro una realtà che ci costringe per sua natura alla superficialità e alla velocità.  La poesia quindi per me non è evasione, ma un ritorno radicale al presente, un modo per riconnettersi con ciò che accade intorno a sè. La poesia diventa così un esercizio di resistenza e cura: resistenza contro l’omologazione del pensiero, cura verso se stessi e gli altri tramite l’attenzione.  Un atto di presenza che costringe a fermarsi, ascoltare, nominare.

Scrivere significa aprire uno spazio di incontro. Non si tratta soltanto di esprimere la mia voce, ma di generare risonanze nell’altro: chi legge, a sua volta, porta le proprie esperienze e trasforma il testo in qualcosa di vivo e condiviso.   

Un elemento centrale del mio lavoro è anche la dimensione bilingue. La traduzione non è mai solo trasposizione linguistica, ma un esercizio di attraversamento: permette di scorgere sfumature nuove, di scivolare tra due identità linguistiche e culturali, di mettere in dialogo mondi diversi. Scrivere in due lingue significa moltiplicare gli orizzonti, e al tempo stesso ritrovare una radice comune nell’umano che ci unisce.

Scrivere poesie è per me un atto di creazione e rivelazione nello stesso tempo. Ogni parola scelta, ogni immagine evocata, cerca di costruire un ponte tra l’anima e il pensiero, un legame che trascende il tempo e lo spazio


 

mercoledì 1 ottobre 2025

Faccio cose vedo gente di Zeno Maria Pareli Seconda tappa del blog tour

 


1.    Il rebus irrisolto dell’etica

 

Per raccontare e dipanare la matassa del rapporto tra lobbying ed etica, bisogna scomodare Dio e la barzelletta che si racconta su nostro Signore e i lobbisti.

Un lobbista riesce a organizzare un incontro con Dio. Risultato memorabile. Tronfio e smargiasso, si prepara per il meeting curando tutti i dettagli.

Al cospetto dell’Altissimo, con riverenza, esordisce: “Nostro Signore, so che hai pochissimo tempo e che sei super-impegnato. Voglio solo rivolgerti sommessamente tre domande”.

“Va bene. Dimmi pure figliolo…”

“Ma noi lobbisti saremo mai accettati dalla classe politica?”

“Sì, ma non durante la tua carriera.”

‘Fiuuuu, la prima è andata’ pensa il lobbista.

“Ma noi lobbisti saremo mai apprezzati dai media?” prosegue.

“Certamente” risponde Dio, “ma non durante la tua carriera.”

“E ora la terza e ultima” conclude l’uomo. “L’attività lobbistica sarà mai considerata una professione etica?”

Dio riflette qualche secondo e poi fa lapidario: “Sì, ma non durante la mia carriera”».

 

Ecco la storiella rappresenta bene le difficoltà di dipanare luoghi comuni e cliché sul modello comportamentale dei lobbisti; si arriva a sostenere apoditticamente che questa professione sia una professione a-etica e a-morale per definizione.


In realtà, non è così. Come gli avvocati, i notai, i commercialisti, gli ingegneri, gli architetti, ci sono professionisti seri e altri meno. Chi rispetta le regole, non solo del codice penale, ma di codici di condotta e del buon senso comune. E chi, impenitente, viola ogni legge e norme. Certo, chi ha a che fare quotidianamente con scelte politiche e pubbliche, con impatto su business e risorse finanziarie, deve essere molto più attento e scrupoloso del consueto. Deve quotidianamente confrontarsi e lavorare in team aiuta nel gestire situazione complesse nonché spesso delicate.


La killer app sono i “contenuti”: il lobbista che propone soluzioni e risposte sulla base di contenuti (e non maneggia solo con l’agenda e le “amicizie sottobracciste”) è sulla buona strada e non rischia di incappare in traffici di influenze illecite e quant’altro.

 

Per il resto, ci vorrà tempo e …magari una legge sul lobbying.

 

Le sarte della Villarey di Elena Pigozzi edito Mondadori - Seconda tappa del blog tour

 Le sarte della Villarey di Elena Pigozzi edito Mondadori.




Seconda tappa:

Un altro degli elementi fondamentali di questo racconto è la voce delle donne, vere protagoniste sia per coraggio, sia per capacità di sfruttare la loro “invisibilità” per farne la carta vincente del loro piano di fuga. Quasi un modo di affermare la loro forza a partire dal loro ruolo sociale. 

Infine, la resistenza vera delle Anconetane avviene nel più profondo “antimilitarismo”: non imbracciano fucili, ma ago e filo e realizzano un piano di fuga efficacissimo.

Piano che riesce grazie alla loro capacità di fare “rete” di unirsi: le donne di un intero quartiere di Ancona, il Pantano, prendono parte all’elaborazione di una fuga, strutturandone le fasi con grande abilità. È la capacità delle donne di realizzare una potentissima “sorellanza” che si rivelerà vincente.