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Il potere della leggerezza. Semplificare la vita, vincere le paure, smettere di rimandare di FRANCESCO FABIANO edito Baldini+Castoldi.
LA LEGGEREZZA COME VIA PER SEMPLIFICARE LE VITA
In un mondo complesso, interconnesso e spesso
iper-competitivo, diventa sempre più prezioso imparare a semplificare.
Semplificare significa approdare il più velocemente possibile al nocciolo delle
cose, a ciò che è centrale, fondamentale. Il miglior modo per semplificare è
alimentare in noi la leggerezza, ovvero quella capacità di non sostare a lungo
su pensieri, elucubrazioni, dubbi che ci appesantiscono il passo, ci rallentano
il cammino e ci rendono complicata la vita. Ricercare la semplicità significa andare
all’essenza delle cose, ovvero lasciar cadere tutto ciò che è superfluo,
ridondante, fuorviante, disturbante oppure non strettamente necessario, per
concentrarci solo su ciò che conta davvero. Lo scrittore Italo Calvino
scriveva: “Per me la leggerezza si
associa con la precisione e la determinazione, non con la vaghezza e
l’abbandono al caso”. Nel senso che la leggerezza ci aiuta a “sfrondare” la
nostra vita da tutto ciò che non è realmente necessario e ad alleggerirci
quindi il carico ma anche consentirci di vedere meglio. Se restano poche cose
davanti ai miei occhi avrò modo di vederle meglio, di metterle maggiormente a
fuoco e quindi anche di raggiungerle più facilmente. Se ho troppe cose nel mio
sguardo o nella mia mente, questo renderà tutto assolutamente più complicato da
fare o da raggiungere. Spesso ci lamentiamo della “complessità” della vita,
trascurando l’apporto che forniamo noi stessi, spesso inconsapevolmente, per
farla diventare ancora più pesante. Per semplificare la nostra vita occorre incamminarsi
in tre direzioni che partono tutte e tre dall’interno: la prima è quella di
essere sinceri con noi stessi e con gli altri, capire cosa e chi realmente ci
interessa, ci aiuta o è importante e cosa o chi non ci interessa, non ci aiuta
e non è nemmeno importante. La seconda direzione è quella di non giudicare
troppo. Il giudizio crea limiti, preclusioni, pregiudizi, complica le nostre
relazioni e ci rende sempre più chiusi nelle nostre idee o convinzioni,
difficili e complicati. La terza direzione è quella di smettere di rimandare.
Perché tutto ciò che resta in sospeso è solo apparentemente accantonato, in
realtà grava sempre di più nella nostra testa, appesantisce il nostro cammino e
complica inesorabilmente, attraverso il senso di colpa e di inadeguatezza, il
nostro incedere.
Francesco Fabiano
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