giovedì 18 novembre 2021

Al mutar del vento. La vera storia di Arianna, Teseo e il Minotauro di Paola Maria Liotta edito Il Convivio Editore.

Al mutar del vento. La vera storia di Arianna, Teseo e il Minotauro di Paola Maria Liotta edito Il Convivio Editore.



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<< Nel cuore del labirinto ho trascorso i giorni bui della non speranza nella desolazione. La malinconia divorava la mia anima e le mie forze si consumavano lentamente.>>
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Descrizione
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Il mito è sempre attuale, perché in esso si possono ricostruire e leggere sentimenti, pulsioni, dinamiche, fragilità inconsce, proiezioni del divino e via di seguito; in pratica, tutta una congerie di segreti che interessano l'essere e l'esserci nelle sue più variegate sfaccettature. Detto questo, la vicenda di Arianna, famosa di per sé, nell'opera narrativa di Paola Liotta si tramuta in una versione personale e plurifocale. Ogni personaggio, infatti, propone il proprio punto di vista, giustifica le proprie azioni, svela inganni e disinganni, ma al contempo aggiunge, attraverso sempre nuovi dettagli, un tassello importante, che valica la consueta storia conosciuta, al ritratto di Arianna. Lei si tramuta così in eroina, è espressione di una utopia, coglie il buono di Teseo e il valore della sua missione, con la conseguente sofferenza di entrambi. Questa essenza si svela sin dal titolo, che ripropone il verso delle "Metamorfosi" di Ovidio quando si narra l'ascesa in Cielo di Arianna come chioma di stelle, quella già individuata da Eratostene e poi cantata da Callimaco come "Chioma di Berenice". In pratica un astro di oggi e di ieri.
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Ma quanto è bella e affascinante la cultura classica ? In particolar modo la mitologia ? Il mito con le sue storie, in bilico tra realtà e immaginazione, induce il lettore a peregrinare con la mente verso luoghi e storie senza tempo. Ed è proprio ciò che ha fatto l'autrice in questa sua nuova opera. Paola Liotta torna a deliziarci con dei bellissimi miti senza tempo, offrendocene una sua personale chiave di lettura.
Attraverso la lettura dei brani è possibile apprendere nozioni e particolarità dei personaggi, delle storie e delle trame. È palese la profonda conoscenza e padronanza della materia. La lineare e chiara trattazione, permette a qualsiasi lettore la sua lettura e facile comprensione. Consiglio la lettura di questo libro a tutti coloro i quali hanno da sempre, una passione verso la mitologia ma anche a chi si vuole approcciare alla sua conoscenza o all'approfondimento della materia.

mercoledì 27 ottobre 2021

Blog tour Alessio Pizzicannella per Baldini + Castoldi - ESTRATTO

Buongiorno Lettori, oggi il blog partecipa all'ultima tappa di questo interessante blog tour:

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Rito di Passaggio di Alessio Pizzicanella


Estratto

«Te l’ho già detto cosa è successo», si giustificò lui.
«Rimane il fatto che siamo senza cibo.»
«Questo è vero…» mi diede finalmente ragione Mia. Era ormai buio pesto.
Uno strano rumore, appena percettibile, arrivava dai limiti del bosco appena sotto di noi. Ci alzammo tutti per andare all’ingresso della torre. Il verso si fece lentamente più forte. Si stava avvicinando.
Sembrava una voce stridula. Una moltitudine di voci. Per fortuna la sentimmo tutti e quattro, perché oggi farei fatica a capire se è accaduto veramente o se è stata un’allucinazione. 
La paura, i lupi, i cacciatori, lo stress di quei giorni stavano forse infl uenzando più di quanto potessimo immaginare le nostre giovani menti suscettibili.
E non sarebbe stata l’ultima volta. Molto di quell’estate è fi nito in un limbo tra realtà e mito.
«Corvi?» propose, o forse domandò, Indy.
«I corvi fanno questo verso?» chiese Mia.
«Sanno imitare molti suoni», spiegò Indy.
«E questo dove lo avrebbero sentito secondo te?» chiese Nero preoccupato.
«Soprattutto, quanti sono? Mi avete convinto, andiamocene da qui… appena farà mattina, però!» dissi senza vergognarmi del tremolio nella voce.

martedì 19 ottobre 2021

Blog tour Alessio Pizzicannella per Baldini + Castoldi

Blog tour Alessio Pizzicannella per Baldini + Castoldi

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ESTRATTO 

Le suore ci portavano alla colonia per togliersi la muffa accumulata durante i mesi invernali, ma quell’anno, a causa dei lavori di ristrutturazione nei due Istituti, maschile e femminile, ci trasferirono tutti giù alla Villa al mare da maggio a ottobre, invece che i canonici due mesi estivi, caricandoci sul torpedóne appena dopo Pasqua. 

Era un autobus, ma per me, quello lì in particolare, rimarrà sempre un torpedóne, lo chiamavano così le suore e così imparammo a chiamarlo noi. Mi è sempre piaciuto quel nome, anche se oggi, se lo menzionassi a un ragazzino di dodici anni, penserebbe a qualche goffo razzo fantascientifico piuttosto che a un pullman. Il trasferimento dall’Istituto alla Villa al mare, o meglio dall’orfanotrofio invernale a quello estivo, non era che un’unica tortuosa discesa da un paese di collina, quasi montagna, a mio parere dimenticato da Dio e non solo, con arrivo a pochi, ma lunghissimi metri dalla spiaggia. 
Lo aspettavamo tutti con ansia quel viaggio verso una prigione più lasciva e più calda, anche se la metà di noi sapeva di doverlo affrontare con gli occhi chiusi e le mani sulla bocca per cercare di non vomitare o quantomeno tentare di contenere la colazione appena fatta. 
Nessuno di noi era abituato a viaggiare con alcun mezzo di trasporto, e l’odore dei vecchi sedili di stoffa ammuffita e i tornanti di quella strada erano un test impegnativo anche per lo stomaco più forte. 
Almeno un paio di volte durante il tragitto l’autista doveva accostare per far rotolare fuori dal torpedóne il vomitatore di turno. 
Una delle rare occasioni in cui a nessuno di noi importava di essere visto in difficoltà, magari carponi sul prato, dal resto del nostro bus. Non c’era umiliazione, anzi suscitava forse una timida parvenza di empatia e sicuramente una profonda gratitudine per l’imprevista pausa concessa al gruppo, che grazie al sacrificio di uno poteva godere dell’aria fresca che finalmente entrava dalla porta aperta del bus e si gelava sulle fronti sudate dei tanti. C’era però sempre il rischio che anche quello dell’Istituto femminile si potesse fermare dietro al nostro e a quel punto, il tuo esordio in società sarebbe stato in ginocchio con lo sguardo basso su una torta giallastra sul verde saturo dell’erba. 
Dopo un inverno apatico passato tra maschi ad aspettare quel minimo di promiscuità estiva, nessuno voleva essere il pasticciere sul prato e non mi vergogno ad ammettere di aver più volte ingoiato, con estremo dolore, il rigurgito acido che mi risaliva in gola. 
Erano mesi che per incontrare le ragazze dovevamo aspettare le messe domenicali e quella parentesi estiva era un’oasi di quasi normalità, per qualcuno di noi una breve riunione famigliare con le sorelle ospiti nell’Istituto femminile. 

martedì 5 ottobre 2021

Blog Tour "RITO DI PASSAGGIO" di Alessio Pizzicannella edito Baldini + Castoldi. Terza tappa: l'ambientazione e come influisce nel corso della storia.

"RITO DI PASSAGGIO" di Alessio Pizzicannella edito Baldini + Castoldi.


Terza tappa: l'ambientazione e come influisce nel corso della storia. 

C’è un filo che lega il romanzo di formazione alla fiaba e ai rituali di iniziazione. La fiaba è un ambiente che permette ai bambini di affrontare le loro paure in sicurezza. Nel mio romanzo parlo di ragazzi, o meglio di bambini che lo stanno per diventare, forse già troppo vicini a quel passaggio per concedersi rifugio nella fantasia. L’ambientazione che ho voluto creare passa dal realismo cinico dell’orfanotrofio, alla libertà della montagna apparentemente senza confini, terreno perfetto per lasciar correre la fantasia. Gli archetipi delle fiabe ci sono tutti, i lupi, i cacciatori, le torri, ma il confine tra realtà e fantasia rimane sempre sfumato così come lo è per i quattro ragazzi. Qualcuno si lascerà incantare da quell’ultima occasione di fanciullezza, per altri, ormai già troppo provati della vita, sarà più difficile superare la barriera della diffidenza. Barriera rappresentata fisicamente nel romanzo dal ghiacciaio, che i ragazzi scelgono come luogo dove affrontare le loro paure e celebrare il loro rito di passaggio. Il luogo dove si svolge la storia non è mai dichiarato, si passa velocemente dalla costa alla montagna e per questo ricorda molto la morfologia dell’Abruzzo. La prima parte del romanzo è infatti ispirato a quel litorale che conosco molto bene per averci passato molto tempo, compresi i miei dodici anni. Mi sono dovuto limitare a spostare la collina di cui parlo accanto alla Villa, che d’estate veniva usata come colonia estiva, e che quando rimaneva disabitata, con i miei amici visitavamo torce in mano, terrorizzati da quel suo aspetto così austero e, di notte, inquietante. La montagna e in particolare il ghiacciaio invece sono luoghi che ho trovato in Svizzera dove vivo da ormai quasi dieci anni. Mentre scrivevo la prima versione del ​ romanzo feci una escursione su un ghiacciaio con mio figlio, ho cercato di riportare le sensazioni provate in quel posto così particolare. I luoghi influenzano molto le scelte e gli umori dei ragazzi. Il passaggio dall’acqua del mare e la disinvoltura con la quale ci si muove su una calda spiaggia, all’alta montagna e la costante attenzione necessaria per poter vivere in un ambiente molto più mutevole. Sfuggire all’afa e alla prigionia di un orfanotrofio controllato dagli adulti e ritrovarsi liberi e soli, esposti alle scoperte, ai pericoli e il gelo della notte in quota, ai piedi di un ghiacciaio, acuisce i sensi e scava in profondità nell’anima di chiunque, figuriamoci in quella ancora fresca e confusa di un dodicenne. Una maturazione accelerata che innesca un vortice di emozioni sconosciute o ancora represse, creando un momento di inerzia capace di scagliare una giovane vita su sentieri imprevedibili.

mercoledì 29 settembre 2021

Come fare... Rendere felici il nostro gatto ! Edizioni Simone

 


Come fare... Rendere felici il nostro gatto 

(Consigli pratici, tutorial, idee per vivere serenamente con lui ) di Laura Borromeo e Maria Cristina Crosta edito Gruppo Editoriale Simone.
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Le bellissime illustrazioni sono ad opera di Isabella Giorgini.
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Ma quanto amiamo i nostri amici a quattro zampe ? Questo libro è rivolto proprio ai nostri amati gatti ! 😍🐱
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Come fare felice il nostro gatto? Vivere in armonia con il nostro gatto è un’esperienza positiva e appagante per entrambi. Lo scopo di questo libro, scritto da un’esperta comportamentale e da una affermata veterinaria, è quello di fornire le tante informazioni che ci permettano di vivere in sintonia con lui. Attraverso le illustrazioni che rendono piacevole e intuitivo il racconto, vengono forniti molti esempi pratici utilissimi per organizzare la casa a sua misura, oltre a idee e soluzioni per costruire i giochi che più apprezza e che favoriscono il suo benessere. Infine, pratiche indicazioni di carattere veterinario ci aiuteranno a mantenerlo in salute.
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💡 E voi amici lettori, avete un amico a quattro zampe in casa ? 🐱
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Vi invito a consultare il link della casa editrice per altre interessanti proposte 📚
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edizioni.simone.it/?coupon=ognilibrounviaggio

martedì 28 settembre 2021

Seconda tappa del Blog Tour "RITO DI PASSAGGIO" di Alessio Pizzicannella edito Baldini + Castoldi.

 

- Seconda tappa: descrizione fisica e caratteriale dei personaggi, come cambiano nel  corso della storia, quali sono i loro obiettivi.

Il romanzo inizia con quattro personaggi senza nome.  Di loro sappiamo che sono  fratello, sorella, il suo migliore amico e un nuovo  arrivato. Tutti dodicenni tranne la ragazza poco più grande e tutti ospiti, chissà da  quanto tempo, di un orfanotrofio. ​

Un’età che rappresenta l’ultima chance per dar sfogo alla propria fanciullezza, un  passaggio nel quale si vive con ansia il potentissimo e complicato cambiamento che  attende appena dietro l’angolo e si guarda già con nostalgia alla semplicità del  periodo che ci si appresta ad abbandonare per sempre. In qualcuno c’è riluttanza nel voler abbandonare il mondo immaginifico e fantastico  che per forza di cose da adolescente si trasformerà in qualcosa di meno naïve e più  spigoloso.   Altri lo ripudiano già nel goffo tentativo di bruciare le tappe.  Per tutti è forse l’ultima possibilità di farlo all’interno di un gruppo.  Da lì a poco,  infatti, si cercherà il gruppo ma in modo diverso, da individui, con tutte le  sovrastrutture che ci si trascina dietro. L’avventura nella quale sono coinvolti è una vera e propria ricerca identitaria.  Prende il via con il rifiuto dei nomi propri che gli furono dati da chi poi, di fatto, se ne è liberato abbandonandoli, e noi, come loro e con loro, viviamo di pari passo questa  loro ricerca di una nuova, definitiva, identità, a partire dai nomi che un po’ alla volta  sceglieranno per definirsi. Solo una volta trovate le loro nuove identità affronteranno la fuga dall’unico mondo  che abbiano mai conosciuto, e affrontare quindi la seconda parte del romanzo, dove  saranno costretti a scavare ancora più profondamente per scoprire la propria  individualità. 

martedì 21 settembre 2021

Blog Tour "RITO DI PASSAGGIO" di Alessio Pizzicannella, in uscita il 23 settembre in tutte le librerie e bookshop per Baldini + Castoldi.

BUONGIORNO amici lettori ! Oggi con molto piacere, vi annuncio l'inizio del blog tour del libro di Alessio Pizzicanella edito Baldini+Castoldi.





È l’estate del 1984 e il protagonista, un ragazzo di dodici anni, sua sorella poco più grande e il suo migliore amico, sono ospiti di un orfanotrofio gestito da suore. 
Le “invisibili” come le chiamano loro.
I tre amici si ritrovano presto a far amicizia con un nuovo arrivato dell’orfanotrofio. 
Un coetaneo che si rifiuta di svelare il suo vero nome, fornendo come unica 
spiegazione il fatto che quello di battesimo gli era stato dato da chi poi, di fatto, lo aveva abbandonato senza farsi troppi problemi. 
Curiosità e sospetto per il ragazzino scombussolano i loro rapporti. 
Difficoltà facilmente sormontabili per un gruppo di dodicenni, che presto legano al punto di voler seguire l’esempio dell’ultima recluta, scegliendosi anche loro dei nuovi nomi.                                                                                                
Tutt’altro tipo di ostacolo da affrontare è quello che gli si presenta da lì a poco.            
I ragazzi scoprono infatti che uno di loro sarà adottato e posti davanti all’inevitabile separazione per mano degli “invisibili”, decidono di vivere un’ultima avventura 
insieme.                                                                                                                                               
Fuggono dall’orfanotrofio trovando nascondiglio in montagna dove i primi giorni 
sono vissuti con un misto di timore ed entusiasmo, poi, a mano a mano che salgono verso le cime, avvertono il senso della loro avventura farsi sempre più sfuggente. 
Non staranno cercando di compiere un’impresa troppo grande? 
Sotto stress e ispirati dal libro di fantascienza da cui uno dei ragazzi è ossessionato, pianificano una nuova fuga, questa volta cercando rifugio in un loro fantastico rito di
passaggio, prima di dover affrontare in modo definitivo quello che li aspetta a valle.
Le ombre delle decisioni di ciascuno si allungano fino al loro futuro di adulti.
Un romanzo poetico e avventuroso, che racconta una vicenda universale: il momento nella vita di ognuno di noi in cui non si è più bambini ma non si è ancora adulti e 
ogni scelta può essere quella decisiva.

BIOGRAFIA DELL'AUTORE
Nel 1993 la musica, all’epoca la mia più grande passione, mi portò a trasferirmi in Inghilterra dove mi ritrovai in pieno fenomeno Britpop.
Un periodo incredibile, nel quale la musica prese per mano l’intera scena culturale e politica del paese, riportano Londra ad assaporare la gloria e lo swinging degli anni 60, in quella che veniva definita Cool Britannia. 
Per una volta ero al posto giusto, al momento giusto, e volevo farne parte. 
Così uscii di casa per vendere il mio basso a un negozio in Denmark Street, l’epicentro della scena musicale degli anni 60, e con il misero ricavo andai poco più in là, ad una parallela dove c’erano i negozi di macchine fotografiche. 
Iniziai a fotografare qualsiasi concerto riuscissi a farmi accreditare, mi iscrissi ad uno corso di fotografia alla Central St Martin, la scuola d’arte citata dai Pulp, e una 
volta messe insieme abbastanza foto bussai alla porta del NME. La rivista musicale più importante in Inghilterra e in quel momento nel mondo. La redazione che 
inventò di sana pianta la battaglia delle charts tra Oasis e Blur, il centro nevralgico di quella nuova scena musicale. 
Ancora una volta, il posto giusto al momento giusto, mi fu data una chance ed entrai dalla porta principale del          
Britpop.
Venni immediatamente risucchiato da quel vortice e passai gli anni che seguirono a girare il mondo per ritrarre autori del calibro di Neil Young, Rolling Stones, Metallica, REM, Radiohead, U2. 
Iniziarono subito le collaborazioni con le principali case discografiche e con i più noti magazine Inglesi e internazionali («Vanity Fair», «Rolling Stone», «Times», «The Guardian», «The Observer»). 
La mia frequentazione al corso di fotografia, appena iniziato, non arrivò oltre il Natale. L’NME era un settimanale e generava tantissimo lavoro, non c’era tempo da perdere e  dovetti imparare tutto molto velocemente sul campo. 
Furono anni pieni di aeroporti, hotels, musica, storie incredibili e mille volti, tanti immortalati come icone, molti altri una cornice che spesso non aveva nulla da invidiare al quadro. 
Oggi è tutto in un enorme serbatoio, storie, persone e racconti che ogni tanto tornano in superficie, nei momenti più inaspettati, suggerendomi idee creative, metodo
e vere e proprie scelte di vita. 
Nel tempo libero mi rifugiavo nell’altra mia grande passione, le sale buie di un cinema. 
Continuai a fare tantissima musica, ma la mia fotografia iniziò ad espandersi nello sport, televisione, letteratura e cinema.
Nel 2012, mi trasferii a Locarno e fui immediatamente assorbito dal Festival del Cinema. Dopo anni passati su e giù da un aereo, i mostri sacri del cinema, una volta 
l’anno, volavano fin sotto casa. 
La mia passione per la fotografia musicale si affievolì lasciando spazio a una sempre più pressante passione per il cinema.
Avevo attraversato la scena musicale anni 90 inglese a quella Italiana degli anni 2000, le cose stavano cambiando, come sempre accade, e io non mi sentivo più a mio agio in quel mondo, avevo voglia di imparare cose nuove. 
Il festival di Locarno fu l’occasione perfetta, mi permise una transizione graduale dalla fotografia al cinema, di scrivere e girare un mio cortometraggio che si rivelò la 
mia scuola di cinema. Così come accadde anni prima a Londra, di nuovo, un corso intensivo sul campo.
Le immagini e la regia mi soddisfacevano, ma la scrittura era improvvisata, come poteva non esserlo. 
Decisi di dedicarmi alla scrittura prima di girare qualsiasi altra cosa.
Non feci altro per anni, una mia sceneggiatura si fece notare al Sundance e all’Austin festival incoraggiandomi a continuare a scrivere e ad avventurarmi oltre le 
sceneggiature, nella letteratura. 
Sette anni dopo esco finalmente da questo esercizio solitario e mi riaffaccio con un’opera prima cinematografica e il mio romanzo d’esordio.

giovedì 20 maggio 2021

Blog Tour "Ricordami !" di Daniela Poggi edito La Vita Felice - Estratto

Buonasera Lettori :-) oggi il blog partecipa al blog tour organizzato da Matilde Bella per il libro di Daniela Poggi "RICORDAMI !" edito La  Vita Felice.

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ESTRATTO 

"Dopo la notte nella giungla, Nuccia e io partiamo per il Perù. Giunte a Lima, un amico ci conduce al Waikiki, il club nautico più prestigioso della città, dove vendiamo parecchi degli abiti che ci erano rimasti. In realtà non fu affatto difficile, perché erano bellissimi e le persone che frequentavano il club erano ricche. Ci siamo divertite a consigliare e a scegliere con loro, ma mai come a New Orleans, dove siamo riuscite a convincere due ragazze, fermate per strada, a provare le ultime due paia di jeans che avevamo. Li hanno comperati! Jeans europei venduti in casa di chi li ha creati. Incredibile. E dovevi vedere le loro facce, così felici di indossare abiti italiani." 

lunedì 17 maggio 2021

Blog Tour per il libro di Stefano Brusadelli "LA SMEMORATA DEI PARIOLI E ALTRI RACCONTI" edito Palombi Editori.

Buongiorno Lettori, continua il Blog Tour per il libro di Stefano Brusadelli  "LA SMEMORATA DEI PARIOLI E ALTRI RACCONTI" edito Palombi Editori. 

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La tappa di oggi si occuperà delle AMBIENTAZIONI.




Lo sfondo de “La Smemorata dei Parioli“ è la Roma borghese. Che è fatta, in realtà di tanti quartieri diversi, spesso molto distanti tra loro, ed edificati in tempi successivi.

I primi quartieri eletti a propria residenza dalla nuova classe media-alta arrivata a Roma da tutta Italia dopo il trasferimento della Capitale sono quelli intorno alla stazione Termini e a Prati, quest’ultimo sorto dove un tempo non c’erano che gli umidi pratoni intorno al Castel Sant’Angelo. Lì si stabiliscono gli alti burocrati, gli uomini di finanza, gli avvocati, i notai. Il tono, non a caso, è rimasto severo, sabaudo.

La “seconda ondata“, nel primo dopoguerra, punta sul quartiere Trieste e sui Parioli, che si sviluppano infatti negli anni del fascismo. C’è più verde, le geometrie sono razionaliste, già si respira un clima di maggiore ostentazione. Balduina, Camilluccia, edificate sull’altura di Monte Mario, raccontano la terza ondata, quella del Secondo dopoguerra, arricchita dalla speculazione immobiliare sull’asse Vaticano-Democrazia Cristiana; ed è un mondo già macchiato da qualche disinvoltura edilizia di troppo. E infine, ci sono i quartieri dell’ultima cerchia borghese - siamo a cavallo tra anni ‘60 e ‘70 - come Monte Sacro Alto, e Talenti. Già piccole città satelliti rispetto al Centro.

 Tutti i quartieri borghesi, in fondo, si assomigliano; sembra siano stati costruiti soprattutto per nascondere. Per nascondere vite, ricchezze, affanni. Solo che  una volta trapiantata  a Roma - dove tutto si corrompe – la dissimulazione praticata dalle borghesie calviniste diventa menzogna. Si deve ostentare quel che non si ha, ma soprattutto nascondere quel che non si ha più.

L’appartamento dei Parioli nel quale, affascinato e speranzoso, entra il giovane Paolo Dentici, protagonista del racconto che apre la raccolta, “era rimasto arredato secondo il gusto scandinavo allora assai in voga: algido, essenziale, geometrico, di una sobrietà che rasentava la tristezza. Ma ora niente più evocava la prosperità che in un edificio di quel si sarebbe potuta immaginare“.         

   Oggi la Roma borghese dove sono ambientati questi racconti è in grave sofferenza, anche se cerca di non darlo a vedere: sono in crisi le principali attività dalle quali proviene il suo benessere. E’ ferma l’edilizia, la politica e il Vaticano non riescono più a distribuire come prima, anche i professionisti stentano a fare onorare le parcelle. Si lotta, duramente, per la vita, anche nei “quartieri bene“…

lunedì 3 maggio 2021

Blog Tour "La Smemorata dei Parioli" I PERSONAGGI

 

La smemorata dei Parioli. E altri racconti di Stefano Brusadelli. Edito Palombi Editori.

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La tappa di oggi si occuperà nello specifico di approfondire i personaggi dei singoli racconti.


Paolo Dentici, il protagonista de La Smemorata dei Parioli,  “è arrivato a Roma da una piccola città sull’Adriatico più con l’intenzione di fuggire dall’oppressione della provincia che con quella di laurearsi“. Col risultato, inevitabile, di ritrovarsi fuori corso, angustiato dalle penurie economiche, con sempre nuove ambizioni e sempre meno scrupoli.

Si affida ormai solo al caso, è un animale predatore, vive in una zona grigia. Si getta a capofitto nella relazione con una vedova benestante, ma solo perché ritiene che tale relazione gli consenta “di affinare gli usi di mondo, collaudandolo per future imprese che già pregustava e che avrebbe voluto collocare in quello stesso ambiente della buona borghesia dei Parioli che andava piacendogli sempre di più“.

 

 

Una tipica debolezza di molti uomini di Chiesa è la vanità. Abituati a essere oggetto di reverenza, a vedere il prossimo pendere dalle proprie labbra, talvolta – come i militari - mal si adattano alla pensione. C’è chi, come Don Salvatore, parroco di un quartiere borghese, protagonista de Il segreto del prete, vuole continuare a esercitare il suo carisma (e a soddisfare lo stomaco), conducendo un gioco sottile (“dico, non non dico”) con segreti di confessionale. E lo fa facendosi invitare a cena dalle pie donne della parrocchia.

“Seduto in mezzo a loro, Don Salvatore è in paradiso, con la tonaca impataccata e la faccia da contadino satollo, le mani grasse che non la smettono un attimo di trafficare tra coltelli, forchette, cucchiai, pane e bicchieri e la calata siciliana che neppure quarantatré anni passati a Roma sono bastati ad annacquare“.

 

 

Anche il professor Alessandro Cicala, ortopedico ricco e affermato, pecca di vanità. Per lui, che negli anni della scuola è stato vittima di ogni tipo di sopruso e mortificazione da parte dei compagni di classe, la soddisfazione consiste nell’ostentare la condizione che si è conquistato. Solo per questo decide di partecipare alla cena per il trentennale dell’esame di maturità. Eccolo, quindi, in Ragù alla napoletana, fare il suo ingresso nel locale economico dove si svolge la rimpatriata.

“Il suo stesso aspetto avrebbe dovuto certificare il nuovo stato, cosicché si era risolto a scegliere un abito gessato in fresco di lana più consono a un matrimonio che a una mangiata in trattoria, e aveva persino deciso di usare il suo fuoristrada di grande cilindrata. Non che non avvertisse l’inopportunità di tali ostentazioni: ma andava solo per raggiungere uno scopo, e tutto ciò che poteva servire al raggiungimento di quello scopo bisognava farlo“.

 

 

Tra i giornalisti, più che altrove, è diffusa la permalosità. Forse per una certa tendenza della categoria a sovrastimarsi. Esemplare di questa inclinazione è Ettore, redattore di un quotidiano romano, protagonista di Permalosità,  che per il più futile dei motivi interrompe la sua amicizia con i colleghi Adriano e Fabrizio, volgendola addirittura in un’avversione ai limiti dell’odio.

Ecco come riduce la sua esistenza. “Seguiva con ossessiva attenzione tutti i movimenti nei giornali, nelle agenzie, nelle televisioni, al solo scopo di poter predisporre con largo anticipo fuochi di sbarramento contro Adriano e Fabrizio. Per ridurre le probabilità di doverli incontrare, prese a disertare tutti gli inviti di comuni conoscenti. Si chiuse nel perimetro di un triangolo i cui lati erano la redazione, la sua casa e il parco adiacente. Iniziò a utilizzare sempre più scopertamente i suoi articoli per mettere in berlina i pezzi degli altri due; il che gli valse prima l’ironia dei colleghi, poi una pubblica reprimenda del direttore.“

 

 

“Figlia di un tranviere e di una sarta del quartiere Monteverde, la signora Romilda era stata messa incinta a 20 anni e sposata al quinto mese di gravidanza dall’ingegner Giorgio P. appartenente ad una schiatta della borghesia romana tanto ricca di mezzi quanto povera di scrupoli“.

Dinanzi al (prevedibile) ostracismo della famiglia d’adozione, la signora Romilda risponde con una mutazione. Che, in Lettere dall’aldilà, diventa l’anticamera della vendetta.

“Dedicatasi all’esoterismo e alla necromanzia, vestita con voluta trasandatezza, i capelli malcurati e raccolti sempre in una coda tenuta con l’elastico, gli occhiali scuri anche col buio, fornì essa stessa alla famiglia del marito i motivi evidenti ed incontrovertibili per tenerla a distanza; compiendo così il capolavoro di far apparire tale esclusione come frutto del timore che incuteva e non più della scarsa considerazione che suscitava“.

 

 

 

 

Tullio M. appartiene a “quella categoria di esseri umani che crescono con la convinzione di avere il mondo in tasca, e perciò nel duro cammino della vita si concedono tutte le soste e le deviazioni che gli suggerisce il loro capriccio. Con la conseguenza di trovarsi, tra i quaranta e i cinquant’anni, già sperduti nel buio della notte“.

Con alle spalle un divorzio che lo ha prosciugato economicamente, una figlia da mantenere e un lavoro che giudica mortificante sia dal punto di vista delle mansioni che dello stipendio, cosa può fare il protagonista di Qualcuno su cui contare se non affidarsi (siamo a Roma), alla riconoscenza di un vecchio compagno di classe diventato un politico influente ?  Povero Tullio M…

 

 

A vederlo, l’uomo intorno alla quale ruota la vicenda de La borsa dello zio Augusto, è uno dei tanti travet che popolano la Roma degli studi professionali.

“Piccolo di statura, glabro, taciturno, cagionevole di salute, con dei piedi piccolissimi calzati sia d’estate che d’inverno dentro mocassini di pelle nera che li facevano sembrare ancora più piccoli. Maritato con un’infermiera più alta e grossa di lui, reputato da tutti integro e serio, non era però riuscito ad andare al di là di una mansione da impiegato in uno studio legale“.

Un tale campione del senso del dovere nasconde però una debolezza: essere considerato, dai parenti, come il custode di indicibili segreti. Nascosti, appunto, in una borsa.

giovedì 29 aprile 2021

La Boum di Matilde 2019 di Roberta Palladino edito Viola Editrice.

La Boum di Matilde 2019 di Roberta Palladino edito Viola Editrice.


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<< Mi dicevo di non voler leggere la sua agenda. Lo faceva mia madre con me, quando ero ragazzina, e la cosa non mi aveva mai entusiasmata. Mi ero sentita più volte soffocata, controllata e non rispettata. >>
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La Boum di Matilde e' il romanzo di esordio della giovane autrice Roberta Palladino.
Il suo è un romanzo fresco, giovane e pieno di amore e speranza verso il futuro.
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Se anche voi come me avete amato la serie TV Gray's anatomy allora è il libro che fa per voi !
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I protagonisti della storia sono Fabrizio e Matilde.
Lui è un medico affermato ma anche un grande adone, e vive da diverso tempo con la sua compagna Beatrice. Lei è una specializzanda in medicina generale di Torino, una ragazza timida e dolce.
Tutto inizia da una semplice frase di rito, come accadde spesso e volentieri in queste circostanze: ''Piacere Dottore Morelli" e '' Piacere Dottoressa Di Pietro'', tra i due scatta  quell' alchimia che li attrarrà in maniera inesorabile.
Tra i due si instaurerá un semplice rapporto professionale o scatterà qualcosa che andrà ben oltre ?
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La Boum di Matilde è un bel romanzo rosa, era da tanto che non leggevo un romanzo così carino e soprattutto ambientato nella  nostra bella Italia.
Ciò che mi ha colpito da subito nel libro sono state le descrizioni. L'autrice con dovizia di particolari, descrive ampiamente i protagonisti sia dal punto di vista psicologico che dal punto di vista fisico.
Il libro è scritto in maniera chiara e scorrevole, ed il punto di vista alternato dei due protagonisti ci permette di addentarci appieno nella loro psicologia e capire bene il loro punto di vista.
La trama risulta essere interessante, piacevole e non scontata, ne è piena dimostrazione il finale.
Al suo interno sono affrontate diverse tematiche come anche il rapporto con i genitori, il futuro e l'aspetto lavorativo. Tutti ingredienti che arricchiscono il romanzo rendendolo qualcosa di più di un semplice romanzo rosa. Consigliato a chi ha voglia di leggere un romanzo fresco e bello. ❤️

CHELA di Nicoletta Fiori edito Le Parche Edizioni.

 CHELA di Nicoletta Fiori edito Le Parche Edizioni.




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<<Da una parte e dall'altra. Perché un incontro, per giusto o sbagliato che sia, non può che arricchirci, anche solo inconsciamente.>>
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Il primo romanzo dell'autrice Nicoletta Fiori si apre con una bellissima prefazione scritta dall'editore Marco Bartiromo.
Chela è l'emblema di una donna tormentata da numerosi dissidi interiori. È giusto ricercare la propria normalità e felicità  o è giusto trovare un equilibrio tra cioè che noi vorremmo e quello che gli altri, invece, si aspetterebbe da noi ?
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Il romanzo si avvia fin da subito con una parte di storia molto incisiva. Siamo nel luglio del 1997 e, Chela ed il suo fidanzato storico Filippo, hanno avuto un grave incidente automobilistico. Cioè che emerge fin dai primi capitoli del romanzo, è il carattere ''pacato'' della protagonista. Una donna che pur di rendere felici le persone che le stanno accanto e a cui vuole bene è disposta a tutto. Persino a mettere da parte i propri gusti, pur di compiacere il proprio partner. Così Chela, finisce ad eclissare la propria personalità, il proprio ''Io", in virtù del prossimo.
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<< Nella vita ho sempre avuto una sola sicurezza alla quale aggrapparmi.
L 'incertezza.>>
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Particolarmente evidente  all'interno del libro, è il difficile rapporto con il padre. Si evince come questo rapporto, di chiusura e di scarsa comunicabilità abbia inciso sulla vita di Chela. Chela è una donna, a mio avviso, apparentemente fragile, perché con il tempo a seguito dei numerosi ostacoli che ha incontrato nella sua vita, ha saputo rialzarsi e affrontarli al meglio delle sue possibilità.
Chela è un romanzo introspettivo, che mette nero su bianco le paure, le sconfitte, le mancanze che una donna comune può incontrare lungo il percorso della propria vita.
Così, come Chela, molte donne si ritrovano ad amare il proprio partner in una maniera viscerale e spasmodica, riversando su di loro tutto l'amore che loro non hanno ricevuto o che vorrebbero ricevere.
La prosa dell'autrice è molto scorrevole e chiara, uno stile di scrittura molto pulito. La protagonista principale viene descritta con grande consapevolezza e magnanimità, ed è facile entrare in empatia con i suoi stati d'animo. Consiglio la lettura di Chela perché è un libro che affronta delle tematiche degne di essere attenzionate e per nulla scontate.

Come un'onda che si tuffa sullo scoglio di Giorgio Bernard edito Felici Editore.

Come un'onda che si tuffa sullo scoglio di Giorgio Bernard edito Felici Editore.



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Libro egregiamente curato anche dall'" Associazione Qulture "

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<<Debutto con la maglia del Bari e titoli di capocannoniere; poi la Lazio di Zeman, il Napoli ... E quindi l'inizio del declino, i primi acciacchi di una certa entità.>>
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Giorgio Bernard, sceneggiatore di fumetti e sistemi di gioco narrativi, esordisce come scrittore nel 2008, fino ad arrivare ad oggi con quest'opera che rappresenta il suo settimo romanzo.
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Come un'onda che si tuffa sullo scoglio è un' opera edita dalla casa editrice Felici Editore e appartiene alla collana ''AcquaRagia".
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Nel romanzo l'autore pone l'attenzione su uno degli sport più amati e che coinvolge gran parte degli sportivi: il calcio.
Al suo interno ricorrono grandi nomi in ambiti calcistico, nomi che hanno segnato un'epoca e che sicuramente i fedelissimi ricorderanno con grande affetto e stima. Tra i tanti nomi presenti all'interno del romanzo ricordiamo: Zoff, Gigi Riva, Sivori, Moggi, Donadoni, Chiellini, Herrera e Roberto Tancredi nonché portiere della Juventus negli anni settanta.
Proprio quest'ultimo sarà il protagonista e la voce narrante della storia.
A distanza di anni Tancredi è il barista di un bar, all'interno del quale, su una parete è affissa una bacheca, una bacheca che è molto di più di quello che può sembrare...su quella bacheca sono affissi i ricordi di una vita, gioie, dolori, sconfitte, vittorie, amici, compagni di squadra...gli anni più belli di una vita dedicata alla sua grande passione: il calcio.
Da qui prende avvio il racconto di una vita dedicata al calcio grande passione e poi divenuto lavoro. Il romanzo racconta non solo l'affermazione e il percorso di un professionista,ma anche la vita di un uomo e tutte le tappe e le varie staffette che lo hanno portato ad affermarsi nel suo ''campo" di appartenenza.
È un romanzo scritto in maniera scorrevole e chiara, i suoi protagonisti sono descritti abbastanza bene, ed altrettanto la trama risulta essere interessante soprattutto per gli amanti di tale sport. È un romanzo che consiglio di leggere agli sportivi, agli amanti del calcio in particolare, per ritornare a sentire l'ebbrezza e l'emozione del grande calcio Italiano !

Quarta tappa Blog Tour: RICORDAMI ! di Daniela Poggi edito La Vita Felice.

Oggi ultima tappa del Blog Tour: RICORDAMI ! di Daniela Poggi edito La Vita Felice.


Le prime ore della sera. Una stanza. Un letto sul quale è distesa una donna che, per anni, giorno dopo giorno, è scivolata nell'oblio dell'Alzheimer. Una poltrona dove siede la figlia, conscia che quella sarà la notte che libererà la madre dalla prigionia del corpo. La protagonista si mette a nudo senza timore del giudizio o della critica, in un flusso di parole che compongono un soliloquio. E un grido silenzioso che esplode senza remore, come una necessità di confermare la propria esistenza, là dove la malattia ne cancella ogni traccia. Prima che sia troppo tardi, tutto deve essere rivelato, detto, ricordato. Racconto di vita confermato da fotografie ingiallite che la figlia metterà nelle mani della madre, perché le porti con sé in quel viaggio estremo. Daniela Poggi si svela nella malinconia della maternità mancata, nel senso di abbandono provato in collegio, nella ricerca della felicità, sempre in fuga da se stessa e dagli altri, attraverso viaggi, vissuti in gioventù, a volte al limite dell'incoscienza. E di fronte all'asprezza del morbo della madre, della morte prematura del padre e della perdita dei figli, l'autrice mantiene una profonda consapevolezza delle scelte compiute come emblema del suo innato spirito libero. Piccoli incastri narrativi, ironici e lievi, compongono il puzzle di questo romanzo, che si conclude in una delicata scena di intima quotidianità. Di quella notte resteranno due madri e due figlie.

QUARTA TAPPA: TARGHET

In RICORDAMI! ogni lettore può trovare alcuni echi della propria esistenza nelle azioni o nelle intenzioni; ogni lettore può accompagnarmi nel labirinto dei miei giorni e delle mie notti sempre nella ricerca di quelle sensazioni che mi hanno aiutato a diventare chi sono oggi.

lunedì 26 aprile 2021

Blogtour di Stefano Brusadelli "La smemorata dei Parioli" edito Palombi Editore


Buongiorno Lettori, oggi terza tappa del Blog Tour organizzato per il libro di Stefano Brusadelli

"La smemorata dei Parioli" edito Palombi Editore.

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Spazzatura

I coniugi Sanfilippo, coppia della borghesia romana, non si amano più da molto

tempo. Entrambi ritengono di meritare una vita più agiata, e intraprendono relazioni

extraconiugali senza che l’al tro se ne curi. Ma nessuno dei due ha il coraggio di

prendere l’iniziativa della separazione, per paura di doverne pagare economicamente

le conseguenze.

Finché la signora Sanfilippo, con la complicità dell’amante del momento, decide di

rompere gli indugi organizzando una messa in scena che parte dalla falsificazione di

una lettera. Ma le cose andranno ben diversamente dalle attese, con buona pace delle

previsioni della signora e del suo amante.


Tartarughe rosse

Burocrate ministeriale angustiato dalla

consapevolezza di non avere ottenuto in

termini di carriera quel che ritiene di meritare, Gerolamo Bernabò è anche convinto

di avere il dono di saper “leggere le persone”. Per lui espressioni, posture, modi di

vestire, gesti, non hanno segreti: non serve p arlare con la gente, basta osservare con

attenzione.

A Natale Bernabò riceve in dono una cravatta con un disegno di tartarughe rosse, che

decide di riciclare per ingraziarsi l’alto dirigente dal quale si attende la sospirata

promozione. Con suo grande stu pore, egli vede poco tempo dopo la stessa cravatta

indossata dal collega che è stato promosso al suo posto.

Sulla scorta di tale osservazione, la mente di Bernabò entra in azione per escogitare

un piano delicato e complesso che dovrà finalmente condurlo a l successo.

Ma basteranno la logica e l’osservazione per districarsi nel groviglio delle relazioni

tra gli esseri umani ?


Il racconto numero venti

Dopo avere svuotato di carte e libri la casa di un avvocato defunto, un libraio

antiquario trova in una busta i testi di diciannove racconti, inediti.

Si riveleranno (soprattutto) una galleria di morti atroci, descritte nei particolari più

raccapriccianti. Inoltre come il figlio dello scomparso spiegherà imbarazzato al

libraio le vittime altri non son o che le persone che il padre ha meglio conosciuto

durante la sua esistenza.

Qualche tempo dopo il libraio scoprirà casualmente anche il ventesimo racconto. E

qui la sorpresa sarà ancora più forte.


Aria di primavera

Una strana coppia si trova al

parco di Colle Oppio, davanti al Colosseo. Ruggero ha

57 anni e fa l’avvocato. Anita ha 27 anni, è bielorussa ed è la badante della zia di

Ruggero, Ada, anziana e molto malata. Ormai rovinato dai suoi vizi e dalla sua

Ruggero, Ada, anziana e molto malata. Ormai rovinato dai suoi vizi e dalla sua pigrizia, Ruggero attende pigrizia, Ruggero attende –– per mantenper mantenere il suo tenore di vita ere il suo tenore di vita –– di ricevere una di ricevere una quota sostanziosa dell’eredità. Una liberalità che la stessa zia gli ha anni prima quota sostanziosa dell’eredità. Una liberalità che la stessa zia gli ha anni prima prospettato, anche per punire i figli che la trascurano.prospettato, anche per punire i figli che la trascurano.

Ma l’aggravarsi delle condizioni della donna le ha riavvicinato i fig

Ma l’aggravarsi delle condizioni della donna le ha riavvicinato i figli, e Ruggero li, e Ruggero inizia a temere una modifica del testamento. A questo punto, non gli resta che inizia a temere una modifica del testamento. A questo punto, non gli resta che proporre un patto alla badante...proporre un patto alla badante...


Dieci euro a parola

Amalia Moretti è un’insegnante di filosofia, vive sola, è in guerra col mondo e divora

Amalia Moretti è un’insegnante di filosofia, vive sola, è in guerra col mondo e divora ogni ogni giorno i quotidiani, traendone puntualmente nuovi argomenti per la sua rabbia. giorno i quotidiani, traendone puntualmente nuovi argomenti per la sua rabbia. In particolare detesta i necrologi, che considera costose esibizioni di potere, relazioni In particolare detesta i necrologi, che considera costose esibizioni di potere, relazioni e privilegi.e privilegi.

Un giorno, leggendo un necrologio per lei particolarmente irritante, Ama

Un giorno, leggendo un necrologio per lei particolarmente irritante, Amalia decide di lia decide di organizzare una clamorosa punizione postuma del potente defunto.organizzare una clamorosa punizione postuma del potente defunto.

Ma le cose non finiranno come aveva immaginato.

Ma le cose non finiranno come aveva immaginato.


“Deng“

I coniugi Franca e Carmine hanno invitato a cena un’altra coppia, ma intorno alla

I coniugi Franca e Carmine hanno invitato a cena un’altra coppia, ma intorno alla tavola grava una cappa di tensiontavola grava una cappa di tensione. Che cresce ogni volta che la garrula padrona di e. Che cresce ogni volta che la garrula padrona di casa fa urtare contro bicchieri, bottiglie e piatti il suo bracciale in oro con quattro casa fa urtare contro bicchieri, bottiglie e piatti il suo bracciale in oro con quattro medaglie, una per ogni membro della famiglia.medaglie, una per ogni membro della famiglia.

Gli ospiti, Umberto e Liliana, se ne vanno prima del previsto, furibon

Gli ospiti, Umberto e Liliana, se ne vanno prima del previsto, furibondi, e con le di, e con le lacrime agli occhi. Perché qualche tempo prima, in un incidente stradale…lacrime agli occhi. Perché qualche tempo prima, in un incidente stradale…

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La Ninfa dell’esedra

Don Settembrino, parroco a Genova, rientra a Roma, dove è nato e cresciuto, per

Don Settembrino, parroco a Genova, rientra a Roma, dove è nato e cresciuto, per festeggiare il sessantesimo compleanno della madre. Al suo arrivfesteggiare il sessantesimo compleanno della madre. Al suo arrivo nella Capitale non o nella Capitale non riesce a fare a meno di passare per piazza Esedra. E c’è un motivo. Fin da adolescente riesce a fare a meno di passare per piazza Esedra. E c’è un motivo. Fin da adolescente è stato turbato dalla sfacciata nudità delle quattro ninfe della fontana.è stato turbato dalla sfacciata nudità delle quattro ninfe della fontana.

Ora, pur essendo diventato un buon sacerdote, è ancora ossessionato dall’

Ora, pur essendo diventato un buon sacerdote, è ancora ossessionato dall’idea di idea di possedere finalmente una donna. Il suo soggiorno romano diventa un calvario di possedere finalmente una donna. Il suo soggiorno romano diventa un calvario di tentazioni, di decisioni prese, poi sconfessate e di nuovo riprese.tentazioni, di decisioni prese, poi sconfessate e di nuovo riprese.