mercoledì 1 ottobre 2025

Faccio cose vedo gente di Zeno Maria Pareli Seconda tappa del blog tour

 


1.    Il rebus irrisolto dell’etica

 

Per raccontare e dipanare la matassa del rapporto tra lobbying ed etica, bisogna scomodare Dio e la barzelletta che si racconta su nostro Signore e i lobbisti.

Un lobbista riesce a organizzare un incontro con Dio. Risultato memorabile. Tronfio e smargiasso, si prepara per il meeting curando tutti i dettagli.

Al cospetto dell’Altissimo, con riverenza, esordisce: “Nostro Signore, so che hai pochissimo tempo e che sei super-impegnato. Voglio solo rivolgerti sommessamente tre domande”.

“Va bene. Dimmi pure figliolo…”

“Ma noi lobbisti saremo mai accettati dalla classe politica?”

“Sì, ma non durante la tua carriera.”

‘Fiuuuu, la prima è andata’ pensa il lobbista.

“Ma noi lobbisti saremo mai apprezzati dai media?” prosegue.

“Certamente” risponde Dio, “ma non durante la tua carriera.”

“E ora la terza e ultima” conclude l’uomo. “L’attività lobbistica sarà mai considerata una professione etica?”

Dio riflette qualche secondo e poi fa lapidario: “Sì, ma non durante la mia carriera”».

 

Ecco la storiella rappresenta bene le difficoltà di dipanare luoghi comuni e cliché sul modello comportamentale dei lobbisti; si arriva a sostenere apoditticamente che questa professione sia una professione a-etica e a-morale per definizione.


In realtà, non è così. Come gli avvocati, i notai, i commercialisti, gli ingegneri, gli architetti, ci sono professionisti seri e altri meno. Chi rispetta le regole, non solo del codice penale, ma di codici di condotta e del buon senso comune. E chi, impenitente, viola ogni legge e norme. Certo, chi ha a che fare quotidianamente con scelte politiche e pubbliche, con impatto su business e risorse finanziarie, deve essere molto più attento e scrupoloso del consueto. Deve quotidianamente confrontarsi e lavorare in team aiuta nel gestire situazione complesse nonché spesso delicate.


La killer app sono i “contenuti”: il lobbista che propone soluzioni e risposte sulla base di contenuti (e non maneggia solo con l’agenda e le “amicizie sottobracciste”) è sulla buona strada e non rischia di incappare in traffici di influenze illecite e quant’altro.

 

Per il resto, ci vorrà tempo e …magari una legge sul lobbying.

 

Le sarte della Villarey di Elena Pigozzi edito Mondadori - Seconda tappa del blog tour

 Le sarte della Villarey di Elena Pigozzi edito Mondadori.




Seconda tappa:

Un altro degli elementi fondamentali di questo racconto è la voce delle donne, vere protagoniste sia per coraggio, sia per capacità di sfruttare la loro “invisibilità” per farne la carta vincente del loro piano di fuga. Quasi un modo di affermare la loro forza a partire dal loro ruolo sociale. 

Infine, la resistenza vera delle Anconetane avviene nel più profondo “antimilitarismo”: non imbracciano fucili, ma ago e filo e realizzano un piano di fuga efficacissimo.

Piano che riesce grazie alla loro capacità di fare “rete” di unirsi: le donne di un intero quartiere di Ancona, il Pantano, prendono parte all’elaborazione di una fuga, strutturandone le fasi con grande abilità. È la capacità delle donne di realizzare una potentissima “sorellanza” che si rivelerà vincente.