“Macchie di caffè sui miei libri” riflette
le molte “vite” che ho vissuto: studi, traslochi tra città e continenti,
esperienze professionali, la genitorialità, le gioie e le difficoltà
quotidiane. Ogni contesto, spesso complesso, con cui mi sono relazionata mi ha
insegnato a cogliere le sfumature dei pensieri, delle emozioni e delle
relazioni. Uno dei temi più difficili è stato l’ambiguità emotiva legata alla
maternità e alla conciliazione tra vita personale e professionale. Poesie
come “Eva lavora di nascosto” o “Eva e Lilith” danno
forma a questa dualità. Anche le
esperienze più difficili da definire hanno trovato voce: il libro parla anche
di lutto, di difficoltà personali, di amore e delle trasformazioni dell’età.
Vorrei che i lettori trovassero nelle mie parole uno spazio
sicuro, un luogo dove poter sostare senza fretta. Una breve oasi di pensiero
nella vita quotidiana nella quale siamo immersi in un flusso costante di
informazioni. Mi piacerebbe che le poesie venissero lette casualmente, mentre
si beve un caffè o prima di addormentarsi, e che lasciassero una traccia
sottile, uno spunto di riflessione che risuoni anche dopo aver chiuso il libro.
Non cerco di donare risposte definitive nei miei versi, ma spero che chi legge
possa sentirsi meno solo nei propri pensieri, nelle proprie fragilità, nelle
sfumature delle proprie emozioni.
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