Buongiorno Lettori oggi il blog partecipa alla prima tappa del blog tour del libro di Giancarlo Attili
" Cronache delle principesse addormentate "
"There is no mark on the wall to measure
the height of women in history". Virginia Woolf, “Una stanza tutta per
sé” (A Room of One's Own), 1929.
Giancarlo Attili vive a Roma, dove è nato nel
1961; le origini, saldamente radicate nelle montagne della Marsica, ne segnano
i valori e il carattere: spigoloso, gentile, leale, intransigente.
Particolarmente sensibile ai temi dei diritti umani, in special modo
dell’infanzia e delle donne, si occupa da anni di progetti no profit in Italia
e all’estero. Lavora come Business Developer nei settori delle energie
rinnovabili, delle telecomunicazioni, dell’ambiente e dell’innovazione
tecnologica.
Nel solco già tracciato dalle precedenti opere,
“Cronache degli orchi” e “Cronache dei giganti”, orientate su temi sociali e
dei diritti umani, questa volta le “Cronache delle principesse addormentate”
sono rivolte alle donne e alla loro posizione nella società e nella storia.
La cifra letteraria è di nuovo quella del
racconto di magia con linguaggio, schemi, e personaggi tipici della fiaba: la
principessa oppure un eroe e il suo l’antagonista, talvolta con un aiutante
magico, affrontano un viaggio, debbono superare una prova, tentare un
salvataggio per fare infine ritorno. La collocazione nello spazio e nel tempo è
indefinita, i contenuti sono invece drammaticamente contemporanei. La fiaba
diventa in questo modo il filtro attraverso il quale, come in uno specchio
colorato, possono essere osservati eventi, abitudini, vizi e costumi
contemporanei in un “non qui” e “non ora” dove altri, “non noi”, compiono o
lasciano che si compiano le peggiori ingiustizie contro le donne.
Nei venti racconti che compongono il libro sono
narrate le storie di molte donne che quasi sempre riescono a ritrovarsi dopo
essersi perdute: prigioniere della propria bellezza, vittime della violenza e
della prevaricazione, oppure tenaci ed eroiche ribelli. Le protagoniste di
altri racconti sono, al contrario, donne ciniche e spietate, carnefici senza
remore che assumono nella fiaba i modi e i comportamenti che, nella vita reale,
sono tipici dei maschi, “perché le donne
che ho visto all'opera nei luoghi di potere sono esattamente come gli uomini.
Per una semplicissima ragione: il potere non ha sesso. Così come non ha sesso
l'autorità” (Elisabeth Badinter).
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