domenica 10 maggio 2020

- Seconda tappa: L'ambientazione - Il Montana (estratto dall'Introduzione)



Un’incantevole estate in Montana - L’ambientazione: il Montana
Il Montana entra a far parte dell’Unione (come 41° Stato) l’8 novembre 1889, proprio
l’anno in cui la famiglia dell’autrice (Bertha M. Bower) vi si stabilisce.
Per tutto il 19° secolo la determinazione dei confini degli stati che man mano si
formano è frutto di decisioni e delibere dall’iter estremamente complesso e delicato, e
le battaglie politiche che li riguardano sono tra i fattori che portano nel 1861 allo
scontro tra Nord e Sud. Nel caso del Montana – che acquisisce lo status di Territorio
nel 1864, dunque circa un anno prima della fine della Guerra Civile – tali decisioni
risentono soprattutto della conformazione geo grafica dell’area, e in particolare della
presenza delle Montagne Rocciose, la catena che costituisce, insieme ad altre minori,
il grande sparti acque del Continental Divide. Il confine occidentale del Montana fu
infatti “creato quando l’originario Territorio dell’Idaho divenne impossibi le da
governare. Le Montagne Rocciose in questa zona sono così imponenti che a quei tempi
d’inverno era praticamente impossibile spostarsi dal lato orientale a quello
occidentale del Territorio e viceversa. [...] Un anno dopo aver creato il Territorio
dell’Idaho, il Congress lo divise in due, Idaho e Montana” (Mark Stein, How the States
Got Their Shapes , Harper Collins, 2009).
Sul suolo del Montana, a nordovest, dove le cime delle “Rockies” sono più maestose, e
in condivisione con il Canada, si trova il Glacier National Park. Parte dei confini
meridionali sono invece come orlati dalle aree più estreme del parco di Yellow stone.
Fatta eccezione, e con le dovute approssimazioni, per l’area a occidente delle
Montagne Rocciose che apparteneva all’Oregon Country, la regione che sarebbe
divenuta il Montana era entrata a far parte dei possedimenti federali con il Louisiana
Purchase, il trattato con cui nel 1803 Thomas Jefferson si era assicurato gran parte dei
territori a ovest del Mississippi.
Per il Montana, come del resto per tutto il paese, si tratta di anni caratterizzati da un
vero e proprio boom industriale, durante i quali le risorse minerarie si vanno ad
aggiungere a quelle legate ad allevamento e agricoltura. Nonostante il nome richiami
esclusivamente le sue vette, il Montana è infatti ricco di praterie, zone a pascolo e
terreni agricoli, aree che per tutto il 19° secolo avevano attirato nuovi settler e dato vita
a nuovi insediamenti. L’arrivo della ferrovia, con la Northern Pacific Railway, aveva
dato ulteriore impulso alla crescita demografica della zona, al commercio e alle
comunicazioni. Gruppi di cacciatori avevano in trattenuto con le popolazioni native
proficui e perlopiù pacifici rapporti economici legati soprattutto al commercio di
pellicce, ma con l’arrivo di un numero sempre maggiore di nuovi residenti (in
particolare a partire dal 1849, l’anno della corsa all’oro in California) i territori del
West vedono anche l’inasprimento degli scontri con gli indiani. Proprio nel Territorio
del Montana, nel 1877 il generale Custer viene nettamente e fatalmente sconfitto da
un’alleanza di popolazioni native nella famosa battaglia di Little Bighorn.
Insieme a fabbriche e miniere, tra fine Ottocento e inizio Novecento negli ampi spazi
del Montana continuano a trovar posto pascoli e ranch, ma con il passare degli anni le
grandi praterie su cui far pascolare il bestiame saranno sempre meno “a disposizione
di tutti”. Con l’arrivo di nuovi capitali le terre verranno sempre più utilizzate in modo
esclusivo e recintate, una pratica particolar mente invisa ai cowboy.
Economie e stili di vita del Vecchio West risento no sempre più del progresso e
dell’introduzione di nuove tecnologie, ma saranno soprattutto i “protagonisti di ieri”
a essere immortalati da scrittori, poeti e artisti.
Nel campo delle arti figurative, Charles Marion Russell è colui che forse più di tutti ha
saputo cogliere l’anima del West e a celebrarne il lato più malinconico. Russell, che
trascorre la maggior parte della vita dalle parti di Great Falls, è insieme alla sua
famiglia una delle frequentazioni abituali di B. M. Bower. Sarà anche l’illustratore di
Chip of The Flying U , il romanzo che renderà Bertha famosa.
A conferma di un cambiamento in grado di influenzare l’intero tessuto sociale, sarà
proprio il Montana a eleggere la prima donna al Congress. “Nel 1916, minatori,
cowboy e casalinghe del Montana elessero una donna, Jeannette Rankin, come
rappresentante al Congresso degli Stati Uniti. Questo gesto senza precedenti sbalordì il
paese, considerato che in molti stati le donne non potevano nemmeno votare”, fa
giustamente notare Norma Smith nella sua biografia di Jeannette Rankin (Norma
Smith, Jeannette Rankin, America’s Conscience , Montana Historical Society, 2002).
Quasi a simboleggiare due diversi momenti di questo affascinante territorio – il
progresso che avanza e l’aspetto idealizzato e romantico che si appresta a scomparire
– nella National Statuary Hall Collection di Capitol Hill le due statue che
rappresentano il Montana sono quelle di Jeannette Rankin e di Charles M. Russell.
Una vivida descrizione del paesaggio tratta dal romanzo:
[Beatrice] si trovava in un punto da cui riusciva a vedere il fiume Missouri,
un’ampia striscia blu circondata dal verde che si snodava per miglia attraverso
le colline. La sponda più lontana si elevava dritta per duecento piedi. Era
costituita da rocce dai colori brillanti, che il tempo e il logorio dovuto
all’avvicendarsi dei fenomeni atmosferici aveva no cesellato creando torri e
guglie dalle forme fantasiose. Sopra e oltre la sponda, dove iniziava il verde,
centinaia di puntini in movimento rivelavano dove le mandrie stavano
placidamente pascolando. Lontano, verso sud, foschi cumuli di blu e di violetto
dormivano ai raggi del sole: Dick le aveva detto che quelle erano le Highwood
Moun tains. E verso ovest una linea fra staglia ta di bianco-azzurro luccicava e
stava in punta di piedi a toccare le nuvole... le toccava e le spingeva via con
superbia: quelle erano le Montagne Rocciose. Dietro di lei c’erano le Bear Paw
Moun tains. Erano più vicine, così vicine da perdere il fascino delle misteriose
ombre blu e diventare semplicemente una distesa di enormi colline ricoperte di
pini, punteggiate qua e là di ranch in posti riparati, e con quadrati di fresca e
verde vegetazione che annunciavano le colture dei campi.
Dieci giorni, e l’ambiente urbano dell’est si era affievolito ed era divenuto fosco
e vago come le Highwoods. Dieci giorni, e l’incantesimo del West le era entrato
nel sangue e la teneva prigioniera.

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