martedì 3 giugno 2025

Blog Tour di Piero Salabè "Mortacci mia" edito La nave di Teseo. 2 Tappa

  

Seconda tappa


–  Il rapporto fra il fratello e la sorella, Fabio e Aič, che cercano il padre scomparso, come lo descriveresti?

Nel romanzo, nel capitolo 18., si dice che sono gemelli “siamesi con due teste e un solo cuore”. È una metafora per indicare la complementarità. Sono, infatti, le uniche due persone nella famiglia a credere che il padre sia ancora vivo, mentre gli altri lo danno per morto, e nella loro ricerca hanno bisogno l’uno dell’altro. Forse più  Fabio di Aič, nonostante lei sia più piccola. Fabio ha paura di dormire da solo nel buio, vuole che nel letto accanto ci sia Aič, che è ben più coraggiosa di lui. Sarà sempre la sorella la prima ad avventurarsi nei cunicoli, nei passaggi più infidi che conducono verso il padre: è lei la vera forza propulsiva della ricerca. Una forza irrazionale, passionale, non mediata da pensieri e calcoli; è più altruista,  mossa da “amore puro” verso il padre, anche se il fratello critica il suo attaccamento che definisce morboso. Fabio, invece, è descritto come più egoista, persegue la ricerca per motivazioni proprie, fa “esperimenti dell’anima”, e la sorella intuisce che la sua fedeltà al padre non è assoluta come la sua. Nel testo affiora in certe scene oniriche anche un’attrazione di Fabio verso la sorella: “fra cento sorelle quest’una / che mi mangia il cuore e io il suo”, cita lo scrittore austriaco Robert Musil, che aveva sviluppato un concetto utopico di “Geschwisterliebe”, fusione fra fratello e sorella. È certo che Fabio e Aič si potrebbero interpretare come le due parti di un unico personaggio, il cui il fratello rappresenta il maschile (animus) e la sorella il femminile (anima), ma non credo che con queste categorie colgano appieno il rapporto dei due, caratterizzato da dolcezza, affetto, ma anche da una latente voglia di sopraffazione da parte del fratello.  

- Il Frocio di Frosinone, il Libico, il Libanese: come ti sono venuti in mente questi personaggi?

“Il Frocio” è un personaggio che conosce a menadito i collegamenti segreti e i bassifondi di Roma. Avevo bisogno di una figura che aiutasse Fabio e Aič, a trovare un passaggio per l’ospedale chiuso. L’ho battezzato, “Il Frocio di Frosinone” perché mi piaceva l’idea di una particolare marginalità, qualcuno che conoscesse la città venendo da fuori. “Il Frocio” si fa chiamare lui stesso così, il nome non è, dunque, spregiativo, tutto il contrario: è una figura profonda, che dopo una crisi ha fatto un radicale cambio di vita. Confesso che mi piace giocare con i nomi, così anche con quello del Libico, Abu Ridou, un biologo fuggito via mare dalla Libia in guerra, che all’Università di Roma trova solo  un impiego in nero, nella stanza delle fotocopie. Abu Ridou, letto di fila, in spagnolo significa “annoiato” (“aburrido”). Il Libico è annoiato dalla vita, una noia “esistenziale”, perché approdato in Italia con la speranza di una vita migliore, si vede relegato, malgrado sia una persona di grande cultura.  Sono destini comuni dei rifugiati, spesso vittima di pregiudizi. Come nel caso del Frocio, volevo dare dignità, a una figura della marginalità. Il Libico, con il suo pessimismo radicale si oppone a una certa tendenza edificante del romanzo: “Mortacci mia” celebra la ricerca di un senso umano, ma il Libico ci ricorda che questo senso forse non esiste e non è null’altro che una nostra costruzione consolatoria. Infine, il Libanese: da tecnico del suono può aiutare Fabio a interpretare meglio i rumori dietro alle pareti del Policlinico abbandonato. Questa figura, in realtà un ebreo ungherese di nome Gluckstern, veniva chiamato il Libanese perché  da giovane vagheggiava di un luogo, in Libano, dove pensava si trovasse “la folgore bianca dell’Ognidove.” È un mistico che crede nell’esistenza di una frequenza in cui tutti i suoni, del presente e del passato, convergono e dunque nulla, della vita, vada perduto. 

giovedì 22 maggio 2025

Blog Tour di Piero Salabè "Mortacci mia" edito La nave di Teseo. 1 Tappa

Un conturbante viaggio agli inferi, in una Roma surreale, alla ricerca di un padre scomparso.

Pintor è un medico che ha lavorato tutta la vita al Policlinico. È un uomo dedito alla ricerca, innamorato della scienza. Un giorno, nella maniera più discreta possibile – abbandonando i suoi occhiali sul comodino – toglie il disturbo scomparendo nel nulla e lasciando i figli senza un perché. Mentre il resto della famiglia lo dà per defunto, Fabio e Lara non credono alla morte del genitore e decidono di cercarlo. Alcuni diari del padre indirizzano i due figli verso l’ospedale, nel frattempo chiuso e abbandonato. E se Pintor fosse proprio in quel Policlinico tanto amato, in qualche ala dimenticata, a portare avanti i suoi esperimenti? Fabio e Lara decidono così di avventurarsi tra laboratori sotterranei e padiglioni decaduti, in una città dei miraggi popolata di voci e visioni, dove i confini fra realtà, ricordi e immaginazione si fanno via via più labili.

Piero Salabè firma un romanzo toccante e profondamente umano, popolato da personaggi straordinari. Una storia poetica e di debordante inventiva che è un corpo a corpo serrato con la memoria, con il desiderio di mantenere in vita, a ogni costo e con ogni mezzo, chi non c’è più.


1) Prima tappa, risposta a due domande.


– Il romanzo “Mortacci mia”, è ambientato a Roma, "oscuro ombelico del mondo", città in cui il narratore è nato e da cui non riesce a liberarsi. Come mai? 

“Mortacci mia” è un romanzo sull’impossibilità di scampare alla propria origine, a prescindere da dove si è nati: che sia una grande città, un borgo di provincia o un paesello sperduto. Nel romanzo il rapporto con l’origine appare ambiguo: nel racconto il narratore Fabio, ad esempio, va in cerca del padre scomparso nell’ospedale abbandonato, ma non è chiaro se lo fa per riabbracciarlo e per liberarsi dalla sua ombra ingombrante. Nasciamo nel seno di una famiglia, restandone legati finché giunge il momento del distacco. Ed è quando ci si rende conto quanto difficile, forse impossibile sia sciogliere quel legame profondo.  Fabio va a vivere all’estero, lasciando dietro a sé Roma, una città decadente, che non sembra offrirgli un futuro. Eppure, continua a tornarci, mosso da un’attrazione fatale. C’è una frase che lo ossessiona: “A Roma si viene solo a morire”.  Ma di che morte si tratta, si chiede il lettore: una morte reale o forse una morte simbolica per potere rinascere, libero dal peso del passato irrisolto? È questo il tema del libro. Nel romanzo di formazione si narra il percorso di un eroe dall’infanzia e adolescenza all’età adulta, in “Mortacci mia”, invece, sembra prevalere la regressione, il non riuscire a diventare pienamente adulto, il restare bambino. A un certo punto il narratore dice:  “La storia che segue si svolge nel tempo e ha un inizio e una fine, ma l’adulto che la racconta a tratti rimpicciolisce fino a tornare ragazzo, persino bambino.“ Il romanzo descrive la lotta fra sentimenti contrastanti, da un lato la voglia di liberarsi dall’ombra del padre e della città, dall’altro, invece, l’indulgere nostalgico.  
 
 – La nostalgia, che tipo di sentimento è?

La nostalgia, come dice la radice greca della parola, è “il dolore del ritorno”: si soffre lo stare via da casa.” Credo che tutti conoscano questo sentimento, che riguarda non solo  “la casa”, ma il passato in generale. Spesso ci si abbandona alla nostalgia, voluttuosamente, preferendo di vivere in un’epoca trascorsa che si ricorda come felice, idealizzandola, anziché misurarsi con il presente. E può capitare che la nostalgia divenga morbosa, perché impedisce di vivere il presente. Il narratore di “Mortacci mia”, è “malato di nostalgia”, come rivela nella prima pagina del romanzo: lui, che vive all’estero, continua a tornare nella sua città. “La città era sempre là, immutata. Ancora una volta, l’aveva vinto, l’aveva fatto ritornare inerme, bambino.” Il ritorno corrisponde a una sorta di regressione, qualcosa per cui il narratore prova vergogna. Spera allora che  raccontando la sua storia, possa liberarsi finalmente dal sortilegio della nostalgia. Ecco che inizia a rievocare il suo passato nella città, nella casa, nella famiglia. Il romanzo “Mortacci mia” descrive, dunque, una lotta contro la nostalgia: il bilancio è incerto, non è chiaro come finisca questa lotta che forse non produce che un ulteriore avvinghiamento nella nostalgia. Una soluzione  ci sarebbe, forse, come emerge in una scena del romanzo, quando il narratore Fabio partecipa con la sorella Aič a un gioco, una strana mosca cieca: “Vince chi riesce a uscire per primo dalla casa, a togliersi per sempre la benda, a non volere mai più tornare”. 

martedì 29 aprile 2025

LAUDA e FERRARI Campioni del mondo di Luca Dal Monte edito Giunti. Terza Tappa del Blog Tour

 

LAUDA e FERRARI Campioni del mondo di Luca Dal Monte edito Giunti.



Terza tappa:

C’è un risvolto personale nella stagione 1975 che racconto nel libro. Quella fu infatti la prima stagione di Formula 1 che seguii in tutta la mia vita - gran premi alla TV, lettura di riviste specializzate, prima gara vista dal vivo (GP d’Italia a Monza con vittoria di gara e mondiale da parte della Ferrari, una giornata difficile da dimenticare anche a distanza di 50 anni). E’ con questa stagione che nasce il mio interesse per la Formula 1, il mio affetto per la Ferrari, la mia ammirazione per Enzo Ferrari, Luca di Montezemolo e Niki Lauda. Questo è in definitiva anche un libro che ho scritto per me e per quella generazione di appassionati che hanno iniziato a seguire la Formula 1 in quella stagione, con quella squadra Ferrari, con quei piloti e con quella bellissima monoposto - perché oltre a essere superiore alle altre da un punto di vista tecnico, la 312 T è una delle più belle monoposto di Formula 1 di tutti i tempi: rossa con la grande presa d’aria sopra alla testa del pilota bianca con le tre strisce della bandiera italiana. All’epoca la copertura che la televisione dedicava alla Formula 1 era molto limitata rispetto a oggi. Ma anche per questa ragione, la fantasia galoppava. Esattamente 25 anni dopo pubblicavo il mio primo libro, che equivale poi a 25 anni fa. Insomma, ci sono tutta una serie di ragioni che rendono questo libro speciale per il suo autore. 


LAUDA & FERRARI Campioni del mondo di Luca Dal Monte edito Giunti 2 Tappa del Blog Tour

LAUDA & FERRARI Campioni del mondo di Luca Dal Monte edito Giunti.









Seconda tappa

La stagione 1975 è una delle più avvincenti nei 75 anni da quando esiste la Formula 1 (1950). A posteriori oggi la si pensa dominata da Niki Lauda e dalla sua Ferrari 312 T. In realtà, nonostante le 5 vittorie di Lauda e quella del compagno di squadra Clay Regazzoni nel Gran Premio d’Italia a Monza, fu una stagione con molti protagonisti, diversi vincitori di gran premio e vari pretendenti al titolo. Il dominio di Lauda si delinea tra la fine della primavera e la prima parte di estate, quando Niki vince quattro gare su cinque e fugge in classifica. Ma nei gran premi disputati tra gennaio e marzo nell’estate australe (Argentina, Brasile e Sudafrica), Niki e la Ferrari sono in difficoltà e i candidati al titolo sono altri: il campione in carica, il brasiliano Emerson Fittipaldi (all’epoca il più giovane campione del mondo nella storia della Formula 1); e l’argentino Carlos Reutemann. Nonostante le quattro vittorie nella prima parte dell’estate, Lauda rimane comunque a portata di mano dei suoi avversari sino a due gare dalla fine della stagione, quando si laurea campione del mondo a Monza in un’apoteosi di tifo ferrarista. Ma al di là del titolo di Lauda, la stagione 1975 vive altri momenti di grande pathos, come la prima vittoria dell’inglese James Hunt al volante di una macchina di un piccolo team di proprietà di un giovane Lord inglese (Hesketh); la prima vittoria di un pilota italiano da nove anni a quella parte (Vittorio Brambilla nel Gran Premio d’Austria); i primi punti mondiali conquistati da una donna in Formula 1 (Lella Lombardi, GP di Spagna). La stagione 1975 peraltro non è priva di drammi, come era comune all’epoca: il pilota americano Mark Donohue muore nel corso delle prove del GP d’Austria; due spettatori perdono la vita nel corso del GP di Spagna, un GP di Spagna in cui la Guardia Civil, agli ordini del dittatore Francisco Franco, minaccia di confiscare le monoposto e di arrestare piloti e dirigenti, tra cui Luca di Montezemolo, all’epoca direttore sportivo della Ferrari.

giovedì 17 aprile 2025

LAUDA & FERRARI Campioni del mondo di Luca Dal Monte edito Giunti Prima Tappa del Blog Tour



LAUDA & FERRARI Campioni del mondo di Luca Dal Monte edito Giunti 




Prima tappa:


La stagione 1975 segna la nascita dell’era Lauda in Formula 1. Quell’anno il pilota austriaco della Ferrari vince infatti il primo di tre titoli mondiali (1975, 1977, 1984). Per la Ferrari inizia invece quest’anno un ciclo vincente che sopravviverà anche alla permanenza di Lauda a Maranello (Niki se ne andrà a fine 1977 dopo aver vinto un secondo titolo mondiale. Il ciclo vincente della Ferrari vede la Scuderia di Maranello vincere 7 titoli mondiali in cinque anni: Piloti nel 1975 e 1977 con Lauda; 1979 con Jody Scheckter; Costruttori nel 1975, 1976, 1977 e 1979.) La stagione 1975 segna il ritorno al vertice della Ferrari dopo varie stagioni di appannamento. Enzo Ferrari compie una sorta di rivoluzione, assumendo due nuovi piloti (Niki Lauda e lo svizzero ticinese Clay Regazzoni), rimettendo sul ponte di comando a livello tecnico una sua vecchia conoscenza, vale a dire l’ing. Mauro Forghieri; e dando l’incarico di direttore sportivo (l’uomo che ha la responsabilità à della squadra in pista) a un giovane con pochissima esperienza specifica alle spalle, ma una laurea in giurisprudenza. Il suo nome è Luca di Montezemolo, che sarà poi presidente della Ferrari per 23 anni (dal 1991 al 2014). Per quanto Lauda arrivi a definire un’era della Formula 1 e sia ancora oggi considerato uno dei più grandi di tutti i tempi, nell’anno in cui vince il suo primo titolo - il 1975 raccontato nel libro - quasi nessuno lo ritiene il migliore pilota in circolazione ma, più semplicemente, quello al volante della macchina migliore, quella 312 T che in molti ancora oggi ritengono il capolavoro del suo progettista, Mauro Forghieri. Quell’anno lo stesso Lauda pare non avere alcun problema ad ammettere di non essere probabilmente il migliore pilota in attività. Pragmatico come sempre sarà nella sua vita e nella sua carriera, Niki lascia che l’ambiente alimenti dubbi sulle sue vere qualità e, nel frattempo, da grande professionista quale sarà sempre, vince 5 gran premi, conquista il titolo mondiale e riporta a Maranello un alloro che la Scuderia Ferrari non riusciva a fare suo da 11 anni, il digiuno più lungo nella vita di Enzo Ferrari, il mitico fondatore di quella che ancora oggi è considerata la squadra corse più famosa nella storia dell’automobilismo sportivo.

lunedì 14 aprile 2025

Il partigiano della breakdance. Dalla Russia ad Amici, dalle strade ai grandi palchi di Roman Froz edito Cairo Editore Blog Tour 2 Tappa

  Il partigiano della breakdance. Dalla Russia ad Amici, dalle strade ai grandi palchi di Roman Froz edito Cairo Editore. 



Seconda tappa: 14 aprile.

Mio nonno era una persona molto umile, nonostante in vita sia stato un eroe. Ma non un eroe solo per me, perchè era mia nonno, un eroe perchè a sedici anni si arruolo' volontario nell'Armata Rossa per combattere i nazisti. Avevo circa 24 anni quando mi resi conto di chi fosse davvero, eppure l'ho sempre avuto accanto da quando ero piccolo. Ma solo a quell'età con una certa maturità mi ero reso conto di chi fosse davvero. Da allora è stato lui a guidarmi come un faro nel buio, come un esempio da seguire, e come qualcuno cui diventare. Nonno Semion ha partecipato alla liberazione dell'Ungheria, Cecoslovacchia e infine alla presa di Vienna nel 1945, e anche io nel mio piccolo ho voluto fare qualcosa di grandioso per dirgli "guarda nonno, anche io ho una medaglia, anche io sono un campione". Bhe posso dire che l'ho fatto, e l'ho fatto prima che mi lasciasse. "Il partigiano della Breakdance" non è solo un racconto di danza, ma un viaggio profondo nei valori della vita e della famiglia. 

lunedì 7 aprile 2025

Il partigiano della breakdance. Dalla Russia ad Amici, dalle strade ai grandi palchi di Roman Froz edito Cairo Editore Blog Tour 1 Tappa

  Il partigiano della breakdance. Dalla Russia ad Amici, dalle strade ai grandi palchi di Roman Froz.

 



 Mi hanno sempre detto che non ce l'avrei fatta e che non sarei arrivato da nessuna parte; "E' passata di moda", "si ballava negli anni '80" mi dicevano. La breakdance non prometteva niente di buono, ma io mi ero ormai totalmente innamorato di questa danza. Da allora sono passati 25 anni, la breakdance oggi è alle oliompiadi, nei teatri, nelle accademia di danza, in tv e nella vita di tanti giovani sparsi in tutto il mondo. Con due campionati italiani e un europeo vinto alle spalle, ho realizzato il sogno della mia vita contro ogni pronostico. E' stato un percorso lungo e molto difficile, e quello che si vede è solo il risultato, un po' come essere in cima alla montagna osservata dalla folla che non vede invece il lato che hai scalato. Ho sempre voluto ispirare gli altri a fare qualcosa di grandioso e vivere per grandi scopi, per questo ho deciso di raccontato quanto mi ci è voluto a scalare quella montagna e a che prezzo. "Il partigiano della breakdance" è un libro che puo' dare uno sguardo diverso sul significato della parola "Educazione" e cosa sia davvero il sacrificio. Un libro che puo' accendere il fuoco che avete dentro. 

La libertà che tanto ho sognato, le regole che tanto avevo disprezzato, ora tutto era realtà. A 16 anni i miei genitori si trasferirono a Milano e mi hanno lasciato da solo per finire gli studi. Da solo nel pieno della mia adolescenza, nel pieno della mia avventura nella breakdance. Festini, alcolici, ragazze e tanto altro girava per casa in quel periodo. Non c'erano piu ostacoli, barriere, nè limiti. Finalmente potevo fare tutto quello che volevo senza nessuno che mi dicesse cosa fare. Dopo non molto tempo mi sono reso conto che questo stile di vita non mi rispecchia, e soprattutto non mi avvicina ai miei sogni. Non sono motivato ad allenarmi, gli stupefacenti agiscono negativamente facendomi perdere la tonicità fisica. Dopo non molto tempo riscopro con mio grande stupore che è proprio in quelle regole che ero veramente libero, che ero me stesso. Questa è la mia avventura, l'avventura del "Partigiano della Breakdance". 



martedì 11 febbraio 2025

Terza tappa del libro di Mirko Zullo "SE LA VITA TI OFFRE LIMONI" edito Santelli.

Buongiorno Amici Lettori ! 

Oggi la terza tappa del libro di Mirko Zullo "SE LA VITA TI OFFRE LIMONI" edito Santelli.







Tematica 2: Conseguenze delle proprie scelte

Talvolta si è detto che questo è un romanzo sulla scelte. Io credo invece e soprattutto che questo
sia anche un romanzo non tanto sulle scelte, ma sulle conseguenze delle scelte fatte.
Marco, il protagonista, non vuole abbandonare del tutto i suoi sogni e, pur di tentare un passo in
avanti verso di essi, accetta la bizzarra proposta di Iacopo, produttore genovese di film hard, il
quale lo arruola come video operatore. Non importa il genere, sempre di cinema stiamo parlando,
sosterrà per convincere Marco a provarci, a mettersi in gioco, a discutere della propria morale con
cui è cresciuto.
Però Marco è anche il personaggio per eccellenza che lascia sempre tutto a metà, come farà con
gli studi, e dunque accetterà l’incarico offerto da Iacopo ma, pensando di proteggere il suo
piccolo mondo di relazioni e affetti, terrà nascosta la vera natura dell’incarico a Maria. Una bugia
buona per come la vede lui, una bugia atta a proteggere, a non smuovere le correnti. Invece La
scelta di mentire sarà proprio la causa delle maggiori disgrazie future di Marco, non ultimo la
verità che risale sempre verso galla, che si fa spazio dagli abissi alla superficie e che porterà
Maria a decidere di abbandonare Marco, di scomparire per non farsi ritrovare. Anche il lavoro non
terrà a lungo nel tempo, ma il vicolo cieco in cui Marco si ritroverà a metà di questa storia non è
cieco del tutto, solo dovrà lui imparare a guardare quanto la vita gli offrirà con occhi e cuore
diversi. Come gli ripete spesso Iacopo, “se lavata ti offre limoni, Marco, tu ti fai una limonata o un
gin tonic?”. Siamo sempre e solo noi a decidere cosa fare della nostra vita con quanto la vita
stessa ci offre.

lunedì 3 febbraio 2025

"SE LA VITA TI OFFRE LIMONI" di Mirko Zullo edito Santelli BLOG TOUR 2 Tappa

Buongiorno Amici Lettori ! 

Oggi la seconda tappa del libro di Mirko Zullo "SE LA VITA TI OFFRE LIMONI" edito Santelli.










Tematica 1: Sogni e radici

Una delle tematiche fondamentali di questa storia sta nell’importanza, o forse meglio, nel peso e nell’influenza che sogni e radici hanno nella vita delle persone. Marco, il protagonista, è un

ragazzo di Genova di trent’anni che nella vita vorrebbe affermarsi come regista. Su questo Marco non ha dubbi, quella è la sua strada, la sua vita, perché il cinema è ciò che gli da la scossa nelle giornate di calma piatta, quando lo sconforto del pensiero del futuro si fa burrascoso, impetuoso.

Marco capisce l’importanza che i sogni hanno nella vita, però fatica a relazionarsi pienamente con

essi, perché talvolta comprendere di essere bravi in qualche cosa può spaventare. E Marco ha paura del suo talento, perché essere davvero bravi in qualche cosa talvolta implica scelte difficili, rinunce, non ultimo - per lui - il problema di dovere abbandonare Genova e Maria, la fidanzata.

Maria lavora come segretaria in uno studio legale, un lavoro stabile, sicuro, redditizio quanto basta e non vuole trasferirsi. Come Marco stesso dice già nelle prime pagine: nella vita non sono quasi mai i nostri sogni ad essere sbagliati, ma le persone con cui cerchiamo di concretizzarli.

L’influenza delle circostanze appesantisce la lucidità artistica di Marco, così come Genova, città non scelta a caso. Una città che non è una vera e propria metropoli come può essere oggi Milano,

Roma, una città che è una sorta di provincia allargata, e che come la maggior parte delle provincie italiane, ti culla e ti accudisce, ti fa sentire protetto, accolto, e poi fatichi a voltarle le spalle. Genova è la città del “vorrei ma no posso”, proprio come Marco.

martedì 28 gennaio 2025

" SE LA VITA TI OFFRE LIMONI " di Mirko Zullo edito Santelli Blog Tour 1 Tappa.



Buongiorno Amici Lettori ! 

Oggi la prima tappa del libro di Mirko Zullo "SE LA VITA TI OFFRE LIMONI" edito Santelli


TRAMA

Marco non sa mai scegliere tra cono o coppetta, non ha mai la risposta giusta al momento giusto e ha sempre lasciato tutto a metà. Studi, sogni, relazioni. L’unica presenza stabile nella sua vita è Maria, con cui si è fidanzato l'ultimo anno delle superiori. Lei è segretaria in uno studio legale, lui lavora come operatore video per Iacopo, bizzarro produttore di film pornografici. Questo però lei non lo sa, perché Marco è convinto che mentire equivalga a proteggere. In pochi anni diventerà socio della Capriccio Production, una delle più promettenti case di produzioni hard italiane fondata da Iacopo. E il gioco reggerà fintanto che il mercato del porno non cambierà. In bancarotta e abbandonato da Maria, che nel frattempo scopre la verità, Marco si chiede se i compromessi fatti sino ad allora con affetti e con la propria morale abbiano davvero avuto un senso. Tutto ciò che vorrebbe è provare a salvare quel futuro in cui, dopotutto, né lui né Maria sembrano avere smesso di credere. 


AUTORE

Mirko Zullo, nato sul Lago Maggiore, è scrittore e

regista. Ha ricevuto il Cavalierato Giovanile alla

Cultura e ha esordito nel 2018 con Nonnasballo

(Cairo Editore), romanzo vincitore del Premio

Nazionale Zanibelli. Per il cinema ha diretto nel

2022 il film Il violinista, con Edoardo Romano e

con l’esordio sul grande schermo di Davide

Mengacci, distribuito da Amazon Prime Video.