mercoledì 31 marzo 2021

"Come un'onda che si tuffa sullo scoglio" di Giorgio Bernard edito Felici Editore.

 

Oggi il Blog partecipa alla seconda tappa del  Blog Tour di  "Come un'onda che si tuffa sullo scoglio"  di Giorgio Bernard edito Felici Editore. 




l libro è ordinabile in tutte le librerie e può anche essere acquistato direttamente dal sito dell'editore:

http://www.le-impronte.com/FELICI-EDITORE/Catalogo/c/novita1/p/come-unonda-che-si-tuffa-sullo-scoglio1

 

L'associazione culturale che gestisce la collana: www.associazionequlture.it (il direttore della collana AcquaRagia è Antonio Celano).

Trama:

Ề un piovoso mattino di inizio estate e uno sventurato turista fiorentino, col figlioletto stretto per mano e la caldaia di casa rotta, entra per disperazione più che per caso in un baretto desolato, l’unico disponibile nella microscopica località di villeggiatura che ha scelto per trascorrere le vacanze. Scopre che a mandare avanti il locale non è un barista qualunque, ma Roberto Tancredi, portiere della Juventus negli anni Settanta.

Intrappolato nel fitto mosaico di foto che sono incollate sulla bacheca del locale, ma soprattutto dalla dialettica fatta di parole roboanti e gestualità sanguigna del suo anfitrione, lo sfortunato villeggiante si trova catapultato dentro le istantanee che immortalano una vita: venti fotografie, venti titoli, venti partite: da “Scapoli-Ammogliati” dell’estate del Settantuno alla finale di Coppa delle Fiere della primavera precedente; da un afoso mattino di fine anni Cinquanta a un sonnolento match di fine campionato del Duemiladue.

Una galoppata frenetica attraverso i momenti cruciali di una vita, di molte vite, in cui il calcio non è che un’occasione iniziale, il titolo di un capitolo, iniziato e poi chiosato dal racconto in prima persona del padrone di casa, Tancredi, con la sua forza incontenibile di narratore e affabulatore… a partire dal prologo, “Riscaldamento” (però quello di cui si sta parlando non è il riscaldamento dei muscoli a inizio gara, quanto la caldaia collassata dello sciagurato turista), fino ad arrivare a “Zona Mista”, l’epilogo che non sta a identificare il punto dello stadio in cui i giocatori rilasciano interviste a fine partita, quanto piuttosto il quartiere di canteri ancora aperti nel cuore di Ibiza, dove Roberto Tancredi e Igor Protti ormai in là con gli anni, fumando sigari e bevendo rhum, stanno pianificando la loro fuga dalle serie dilettantistiche spagnole.

Un romanzo che racconta più di cinquant’anni di vita e storia italiana, descrivendo e demitizzando le icone che hanno contribuito a plasmare e poi inevitabilmente deludere tre diverse generazioni.

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Oggi ci occupiamo nello specifico dei PERSONAGGI:

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Personaggi:

Il numero di personaggi che appaiono nel romanzo è davvero impressionante e sarebbe difficile e in massima parte superfluo fornirne un elenco anche solo approssimativo, soprattutto per quanto concerne i protagonisti che compaiono una volta soltanto e mirano a rappresentare il volto di una fugace esperienza del protagonista, piuttosto che un suo rapporto consolidato e duraturo. Di seguito mi limiterò, pertanto, a dare conto dei personaggi che interpretano un ruolo caratterizzato da una certa stabilità nel corso della vicenda.

Roberto Tancredi: Il protagonista è visibile nel romanzo in una duplice veste e in due diversi contesti temporali. In apertura di romanzo (e a intervallare i diversi capitoli in cui è suddivisa la trama) egli è un attempato signore, che offre riparo a un turista e suo figlio dentro al bar di un paesino del litorale toscano e inizia a narrare in prima persona la sua storia. Il Roberto anziano è un uomo risolto, anche se non pienamente appagato, e, malgrado i rimpianti e le rimostranze che rivela ai suoi ospiti inattesi, sembra tuttavia aver trovato un equilibrio e una propria pace interiore. Il Roberto giovane, di contro, è un uomo taciturno e perennemente insoddisfatto, combattuto tra il bisogno di migliorarsi e una propensione istintiva a mettere tutto in discussione; è un carattere forte, tutto spigoli, con un suo marcato e non smussabile senso del giusto e dell’ingiusto, del torto e del diritto, che sarà il motivo principale dei suoi numerosi problemi di relazione e dei rovesci di fortuna che patirà nel corso del romanzo. Riporto qui di sotto un brano che può valere a identificarlo. 

«Il mese prima, quelli di ‘Hurrà Juventus’ erano tornati al campo d’allenamento per una delle classiche interviste ai giocatori. Di solito facevano domande innocue, da giornalino della parrocchia: “Chi vincerà San Remo?” “Qual è secondo voi la più bella attrice del momento?”

Oggi invece l’argomento era più tecnico: “Ci può dire quali sono i tre più forti giocatori del mondo, secondo lei?”

‘Pelé’ avevano risposto quasi tutti: ‘Overath’, ‘Moore’, Beckembauer’.

Difficile trovarne anche uno solo che non fosse perfettamente allineato.

Accanto a Roberto si allenava il giovane Montorsi: ciuffo di capelli scuri e basette folte, un talento cristallino, proveniente dal Mantova. Oltretutto si chiamava Roberto pure lui.

“E lei, signor Montorsi? Per lei qual è il giocatore più forte del mondo?”

“Boh… Pelè penso…” aveva risposto lui, continuando a fare la bicicletta: “…e poi anche il Jack Charlton, lui sì che è forte!”

“E poi? Riesce a dircelo un altro nome?”

Il ragazzo si era messo seduto, spalancando un sorriso che faceva star bene.

La Juventus lo ha preso a inizio stagione per fargli fare da riserva a Haller; giocherà sì e no una decina di minuti, guadagnandosi con la stampa la fama di svogliato e incostante, e tornandosene a Mantova due anni più tardi, ormai messo ai margini, fuori condizione, pronto per chiudere la carriera, malgrado la giovanissima età.

Roberto aveva incrociato il suo sguardo, sorridendogli di rimando, quando Montorsi aveva aperto bocca e dato fiato alle trombe.

“E poi c’è Tancredi!” aveva sentenziato, puntandogli contro un dito: “Tancredi è fortissimo!”

A Roberto era scappata una grassa risata.

“E per lei, signor Tancredi? Quali sono i giocatori più forti del mondo?”

“Beh… Montorsi, direi” aveva risposto, ancora ridendo.

Quelli di ‘Hurrà’ invece non ridevano, si vede che la battuta non l’avevano capita.

“E poi Pelé… Pelé senz’altro.”

“E il terzo? Ce lo può dare un terzo nome, signor Tancredi?”

Adesso era Roberto che si era fatto serio; guardava lontano, sembrava stesse facendo di sì con la testa.

“Chi è il terzo, Tancredi?”

“Il terzo è Franzon” aveva risposto lui, senza cambiare espressione: “Sicuramente Roberto Franzon”.»

 

·         Mariella Tancredi: La moglie del protagonista è la persona che gli resta accanto per tutta una vita, condividendone e cercando di addolcirne le delusioni, i dolori, mediando costantemente fra il mondo esterno e il carattere burbero e poco accondiscendente del marito. Si tratta di un personaggio dal carattere forte, battagliero, sempre positivo, apparentemente a proprio agio pure nei contesti sociali più sgradevoli e improbabili.

«“Certo che sì” aveva detto il luminare: “Guardi un po’ questa macchia quaggiù”

Quindi gli aveva piazzato sotto al mento il foglio nero della radiografia.

Roberto guardava, come gli era stato detto di fare, però non riusciva a veder niente. A parte un tondino un po’ più chiaro, nel centro esatto del polmone.

“È poco più grande di una monetina” aveva precisato il dottore, “Deve avercelo da un paio di annetti, ormai.”

“Sì, ho capito, dottore” aveva borbottato lui: “…ma che cos’è di preciso?”

“Questo non glielo so dire. Per essere sicuri bisognerebbe intervenire… e, dopo l’intervento, analizzarlo.”

Roberto aveva preso un respirone: dottori e operazioni non gli mettevano paura, figurarsi: era più indolenza la sua, non sopportava l’idea di perdere tempo in loro compagnia, ecco tutto.

“Guardi, Tancredi, che è una cosa da poco, una sciocchezza.”

“Che cosa?” aveva chiesto lui, risollevando lo sguardo sul volto lucido e smagrito del primario.

“Potremmo intervenire passando fra una costola e l’altra. E lei sarebbe di nuovo in piedi in un paio di mesi, forse anche meno.”

“No, io non posso” aveva tagliato corto Roberto, rialzandosi in piedi, “Adesso ho da fare, una stagione da portare in porto. E poi come faccio? …con la bimba che mi nasce a Gennaio…”

Mariella non era d’accordo, ovviamente.

“Come fai a dire una cosa del genere?” le ha domandato lui.

Lei ha scrollato le spalle, con aria saputa.

“Ti pare possibile che mi hanno lasciato a casa solo perché si sono accorti di quella monetina che ho dentro al polmone?”

“Me l’hai raccontato te, no?”

“Che cosa?”

“Delle facce che faceva il dottor La Neve, il medico della Juventus, tutte le volte che ti guardava le lastre!”

“Ma per piacere, Mariella…”

Lei ha scosso la testa, fingendosi spazientita.»

 

·         Roberto Franzon: Franzon è l’amico di una vita, il compagno di avventure che Tancredi conosce fin da bambino, ben prima di cominciare a giocare a pallone. Del portiere della Juventus, Franzon è l’esatto opposto: il talento cristallino che a Tancredi non è mai stato riconosciuto, ma anche l’etichetta di perdente appiccicata addosso, mentre l’amico ha sempre indossato le vesti di un predestinato. Ha un carattere solare e uno spirito guascone, nel quale Tancredi riesce sempre a trovare uno stimolo, un contraltare positivo, pure nei momenti difficili, in cui le alterne vicende delle due opposte carriere sembrano quasi volerli dividere.

«La notizia del trasferimento al Potenza in serie B era arrivata poco prima dell’inizio delle vacanze e per Roberto era stata splendida: più vicino a casa, anche se di poco… e molto più vicino alla serie maggiore.

Aveva incrociato Franzon sul lungomare di Crepatura, due giorni prima di partire per il ritiro: camminava sottobraccio con Stefania, la fidanzata, proprio come lui faceva con Mariella.

Si erano fermati a metà del ponticello vicino ai bagni Trieste e sulle prime Roberto non aveva saputo cosa dirgli.

“Non ti si è visto per niente, quest’estate!” aveva deciso di rompere gli indugi Mariella; quel giorno aveva una borsetta di pelle bianca e due scarpine dello stesso colore.

“Eh, no…” aveva bofonchiato Franzon in risposta, “Ai Canottieri quest’Estate non ci sono venuto… La rena di qui è molto più adatta per le sabbiature, sai… Me l’ha detto il dottor Scaglietti.”

A Roberto non era riuscito di rispondere che con un paio di cupi grugniti: si sentiva bloccato, non sapeva dire il perché.

“Sembrava di rivederti in uno specchio” gli avrebbe poi detto Mariella, poco dopo.

“Uno specchio?”

“Ma sì. Avevate tutti e due gli stessi sandali, la stessa polo indosso… e anche la stessa faccia, a dirla tutta.”

Era la faccia di chi avrebbe tante cose da dire ma proprio non ci riesce, aveva detto lei; Roberto, però, credeva di avere visto qualcosa di più sulla faccia di Franzon: non la delusione o la tristezza che si sarebbe aspettato, solo contentezza e sincero affetto.

“E insomma… come ti va?” era riuscito finalmente a domandare al vecchio amico.

“Eh… come al solito” aveva risposto quello, sorridendo, “…ogni anno si semina, ma mica per raccogliere l’anno dopo. Si semina per avere qualcosa da seminare di nuovo.”

“Eh sì” aveva convenuto Roberto.

Stava rimuginando su queste cose, ormai sulla strada del ritorno, quando Mariella aveva bruscamente cambiato discorso.

“Si sposano, lo sai?” aveva mugugnato.

“Come?”

“Lui e Stefania” aveva precisato, “Si sposano la primavera prossima.”

E mentre diceva così, teneva gli occhi fissi sul selciato, il viso pensieroso, incorniciato dai capelli dorati.

Roberto allora l’aveva presa per mano, rallentando il passo. L’aveva fissata intensamente e poi…»

 

·         Fabio Capello: Nel gioco delle parti che segue inevitabile alla scelta di trasformare persone reali in personaggi, a Fabio Capello è toccato il ruolo di ‘cattivo’ del romanzo: la sua espressione perennemente accigliata e il suo ruolo storico di ‘eterno cavallo di ritorno’ fra mondo romanista e mondo juventino hanno facilitato non poco il compito di chi scrive. Fatto sta (e questa non è invenzione ma storia) che è stato proprio lui a causare il grave infortunio che ha strocato la carriera di Tancredi.

«“Mi hanno visto” aveva pensato Roberto, “In televisione mi hanno visto tutti, che non ho mosso un muscolo, che sono rimasto bloccato, mentre la palla rimbalzava come dentro un flipper.”

Adesso sì che la stampa l’avrebbe impallinato e poco importava che la Juve riuscisse a qualificarsi alla semifinale. L’avrebbero crocifisso di sicuro, ancora peggio che dopo la partita col Bologna.

Perani, che si era appena stirato e stava uscendo dal campo, aveva fatto partire un tiraccio che somigliava più a un gesto di stizza che a una conclusione vera e propria; la palla era rimbalzata in mezzo a una selva di calzettoni bianconeri e Roberto, già in tuffo, si era visto scavalcato da una parabola maligna.

Bologna uno, Juventus zero. Gli toccava tornare a casa con quel risultato, con quella colpa cucita addosso.

“L’hai toccata te!” aveva sbraitato, affrontando Capello a muso duro, negli spogliatoi.

Il centrocampista friulano gli aveva risposto con uno dei suoi sguardi taglienti, ma non aveva detto nulla, non aveva nemmeno cambiato espressione.

“Lo devi dire, Fabio… quella palla l’hai deviata te?”

Come se questo potesse cancellare il gol subito.

Capello aveva ridacchiato, lanciandogli un’occhiata di scherno.

“Come sarebbe a dire ‘deviata tè’?” aveva mugugnato, scimmiottando l’inflessione toscana: “Non dire cretinate, Fred.”

Per riportare la calma c’era voluto l’intervento di Furino, a fare da paciere.

Sul treno, durante il viaggio di ritorno, la tensione era palpabile; tra compagni continuavano a scambiarsi occhiate nervose e dentro il vagone non volava una mosca. Tutti zitti e immobili. Tutti a parte Picchi.

L’allenatore continuava a camminare avanti e indietro lungo il corridoio, la faccia contratta in una smorfia di dolore.

“Cosa fa, mister?” gli aveva domandato Morini, “Non si viene a sedere?”

“Non ce la faccio” aveva risposto lui, “La schiena mi fa un male tremendo… Non riesco nemmeno a stare fermo.”

Lo avevano ricoverato il giorno dopo, ma nessuno in squadra conosceva i dettagli, nessuno aveva detto loro mezza parola al riguardo.»

 

·         Gianluca Congiu e il figlio: Unici personaggi di fantasia del romanzo, sono i due sventurati turisti capitati nel bar di Tancredi durante un violento acquazzone e hanno lo scopo precipuo di ‘traghettare’ il lettore all’interno della trama. Il padre, Gianluca, ha un passato da tiepido tifoso, capace di infiammarsi solo in occasione di eventi epocali come i mondiali dell’ 82… esattamente come la maggior parte di noi comuni mortali, italiani medi schiavi di un rito, quello pallonaro, di cui effettivamente conosciamo ben poco… ma che ogni volta riesce a trascinarci agli estremi parossistici di un’isteria di massa.

«Roberto si ferma di fronte al bancone e si volta ad aspettare il turista fiorentino con cui ha trascorso buona parte della mattinata.

La luce che filtra dalle vetrate è talmente intensa che Gianluca è costretto a ripararsi gli occhi.

Oltre il portico adesso è Estate piena e frotte di villeggianti sciamano distratti in mezzo alla provinciale, con borse e ombrelloni fra le mani e abiti sgargianti indosso.

Per strada è tutto un correre e gridare, uno strombazzare di macchine in coda, quasi che il freddo e l’acqua del primo mattino non fossero stati nient’altro che un sogno.

“…e decise di andare in pensione?” domanda il Fiorentino.

“Proprio così” risponde Roberto, ballonzolando inquieto.

“…e si è ritirato in questo modo? Dalla sera alla mattina?”

La risposta è un frettoloso cenno di assenso, ma Gianluca non riesce a crederci: abbandonare il calcio di colpo, dopo cinquant’anni di gioie, amarezze, trionfi, sconfitte… Cinquant’anni di malattia, come l’ha definita Roberto.

“Sì, insomma, pressappoco così…” corregge il tiro il vecchio portiere, che deve avere intuito la perplessità del proprio ospite.

Fuori dal bar, un clacson risuona cinque volte, in quello che ha tutta l’aria di un richiamo convenuto.

“Diciamo che, per prendere quella benedetta decisione, un altro paio di annetti ce li avrei messi, ecco… Però la svolta è stata proprio in quel momento lì, diciassette maggio del duemilatré, la trasferta di Cosenza. Quel collassetto che…”

Gianluca rimane imbambolato, per niente convinto dalle parole che ha appena sentito; come a volergli dare conferma, Francesco, il figlio di Roberto, mezzo nascosto dalla vetrinetta della pasticceria, ridacchia sornione al suo indirizzo.

Lo stesso clacson di prima risuona una seconda volta e un uomo sulla settantina scende dalla macchina e lancia un grido verso l’interno del bar.

“Oh, Pasèro! Ti muovi?! I saraghi non aspettano mica noi!”

Ha ancora un fisico asciutto e nervoso, il viso scuro incorniciato da folti capelli bianchi.

“Facciamo così” bofonchia Roberto, riscuotendosi. “Tanto lei è qui in vacanza, no? Perché non torna a trovarmi una di queste mattine? Così le racconto come è andata a finire la storia.”

Non lascia a Gianluca il tempo di rispondere e si fionda fuori dalla porta, scendendo gli scalini tre per volta.»

 

 

sabato 27 marzo 2021

Sempre c'è un domani - Memories di Antonella Carullo.

 Sempre c'è un domani - Memories di Antonella Carullo.


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<<Sto bene tra le sue braccia, avvolta da un calore che all'istante scioglie le paure che mi avevano raggelato corpo e anima. Resterei per sempre così, ma lui si stacca da me e mi prende per mano, intrecciando le sue dita alle mie. >>
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Ho già avuto modo di leggere la prima opera dell'autrice Antonella Carullo, " Chi ama non dimentica'', un libro che mi ha lasciato tanto e, con altrettanta gioia e curiosità ho letto la sua seconda opera.
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Nella città di Gragnano si festeggia il Santo patrono, San Sebastiano,ed in onore al santo si celebrano dei fuochi, giochi, e antiche tradizioni. Antonella Caruso, protagonista del romanzo, come da consuetudine partecipa con grande gioia ed affetto alla festività del Paese, e tra canti e balli, decide di fare un giro al Luna Park. Qui conosce il responsabile dei giochi, Roger Damster, un uomo ambiguo e poco chiaro. Dal suo incontro al Luna Park, nulla sarà più come prima...
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Antonella è un'autrice versatile, per nulla scontata o tradizionale nei contenuti. Da lei ci si può aspettare di tutto, anzi si deve aspettare di tutto. Partendo dal suo romanzo d'esordio genere narrativa contemporanea, dai toni sportivi e non solo, è riuscita con abile maestria a proseguire una storia in questo secondo romanzo, non rendendola per nulla banale o noiosa. Anzi questa venatura fantascientifica che ha assunto il libro, ha arricchito una storia già valida e ricca di suo.
Ritroveremo alcuni dei personaggi già conosciuti nel primo libro e, ne conosceremo di nuovi tra cui Akna. Avremo modo di fare la conoscenza di un nuovo misterioso popolo e, la nostra protagonista dovrà superare numerosi ostacoli. Una tematica nuova e affascinante sarà presente all'interno del libro: la clonazione.
Un libro sicuramente diverso dal precedente nei contenuti, ma anch'esso molto valido. I personaggi principali e secondari risultano essere ben caratterizzati. Le ambientazioni molto suggestive e ben descritte. Un libro che ho apprezzato parecchio per la sua evoluzione e contenuto. Bravissima Antonella ❤️

Casa mia sei tu di Laura Birra.

Casa mia sei tu di Laura Birra.





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<< Era come se si fosse svegliato di colpo da  un sogno. E adesso che lo sapeva, cambiava  tutto. >>
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Il  romanzo e' ambientato nella bellissima Parma, protagonista femminile della storia e' Ludovica, una ragazza di diciassette anni, un carattere solare ed un gruppo di amici, ai quali non potrebbe rinunciare mai: Niky, Chiara, Matteo, Fumo, Samira, e Riccardo.
Lorenzo invece e' il suo ragazzo, frequenta l'università ed e' più grande di lei di qualche anno. Segni particolari ? Decisamente un tipo molto geloso. E poi c'è lui, Andreas, nuova promessa del rugby, nonché un figo pazzesco. Da sempre il suo migliore amico, fin quando un giorno sente di provare qualcosa di diverso nei suoi confronti...che fare ? Confessare i propri sentimenti ? E se si dovesse rovinare il rapporto ?
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Casa mia sei tu è un romanzo che tratta diverse tematiche, come l'amore adolescenziale, l'amicizia, ma anche le prime problematiche esistenziali. Troviamo Chiara, tra le amiche più care di Ludovica, la classica ragazza più ambita della scuola, Fumo il ''bad boy'', Samira di origine tunisina, una ragazza dolcissima e molto profonda. Ogni ragazzo porta con sé una propria caratteristica e, si sa gli anni del liceo non sono mai molto facili. Ogni ragazzo è alla ricerca del proprio io e del proprio posto nel mobdo. Ma fulcro principale della storia, sarà la storia d'amore tra Ludovica e Andreas. Ciò che ho apprezzato del libro è stata la scelta di accompagnare ogni inizio capitolo con un brano musicale. La mia casa sei tu è un libro dolce, la sua lettura vi farà viaggiare nel tempo e ritornare alle emozioni dei primi amori. La scrittura dell'autrice è scorrevole e frizzante, molto chiara e lineare.  I protagonisti del romanzo risultano essere ben strutturati, emergono chiaramente le loro caratteristiche psicologiche e si muovono perfettamente sulla scena designata. Un primo romanzo dell'autrice ben riuscito, mi sento di consigliarlo a tutti i ragazzi ma anche agli adulti che non vogliono smettere di sognare, soprattutto in un periodo molto delicato come questo che stiamo vivendo.

Ti Odio di Mirko Mignone edito Echos Edizioni. Collana Giallo&Nero.

Ti Odio di Mirko Mignone edito Echos Edizioni. Collana Giallo&Nero.



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<<L' odio e' la mia forza.
L' odio mi dà energia.
L' odio mi fa vivere. >>
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Ti Odio, due semplici parole che possono fare tanto male e, che allo stesso tempo possono valere tutto e niente.
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Cosa fareste voi se un giorno, di punto in bianco, vi arrivasse un biglietto con su scritto: Ti odio ?
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E' quello che e' successo al protagonista del libro. Fabiano, e' un uomo dalla vita tranquilla, ha una fidanzata che ama e fa la guardia giurata in un centro commerciale di Genova.
La sua ordinaria quotidianità, viene brutalmente alterata dall'arrivo di un messaggio alquanto singolare e raccapricciante. È il caso di prenderlo in considerazione ? O sarà solo uno scherzo di cattivo gusto ? Chi mai potrebbe odiarlo ?
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Ti Odio è un thriller scritto con fine ingegno. Non vi anticipo più nulla della trama perché temo di spoilerarvi troppo.
È un libro che inizia già in maniera incisiva, per poi carburare sempre più in maniera adrenalinica, incalzante ed incollando il lettore morbosamente alle sue pagine, dall'inizio alla fine. Ciò che ho apprezzato di più è stata, l'alternanza del punto di vista della vittima e del carnefice. Ciò mi ha permesso di addentrarmi meglio nella comprensione delle trama e del suo ''gioco'' e, soprattutto a capire meglio la psiche dei protagonisti. Un thriller composto da sole 200 pagine, ma vi assicuro che possiede tutte le carte in regola per conquistare ogni lettore ed amante ''doc'' del buon thriller.
Un'altra nota positiva è stata l'introduzione di numerosi riferimenti musicali, che accompagnano la vita dei protagonisti.
Ti Odio è un libro che sa conquistare il lettore fin dalla sua originale copertina, realizzata dalla pittrice Cristina Ozenda.
Lo stile dell'autore è pulito, curato ma molto incisivo. Calibra le parole e le rende affilate come lame di coltello...creando della sana suspense per tutta la lettura. Che altro aggiungere ? Thrillerini e non, c'è qui in libro che fa assolutamente al caso vostro !

Benni, Celestina e 10 cuccioli da salvare di Patrizia Fortunati edito Dalia Edizioni.

Benni, Celestina e 10 cuccioli da salvare di Patrizia Fortunati edito Dalia Edizioni.

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<< E quando sono alla seconda bruschetta, ho un lampo: il giovanotto !
Lo abbiamo dimenticato in macchina.>>
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Ho già avuto il piacere di leggere altre opere dell'autrice Patrizia Fortunati, ed anche questa volta, con questo simpaticissimo libro per bambini non ha deluso le mie aspettative. Benni e Celestina e i 10 cuccioli da salvare, è il terzo libro di una serie per ragazzi. Un libro carino, fresco, ironico, arricchito al suo interno con delle bellissime illustrazioni realizzate dalla bravissima Roberta Procacci.
Una storia che sicuramente saprà conquistare sia grandi che piccini.
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Allora siete pronti ad addentrarvi in una nuova ed esilarante avventura ?
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Protagoniste principali della storia, sono le simpaticissime Benni e Celestina. Benni è una bambina di dieci anni, mentre Celestina è una simpaticissima pappagallina.
Oltre a loro due, che sono le protagoniste principali, avremo attorno, una squadra niente male a fare da supporter.
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La giornata di Benni viene rallegrata dalla notizia di andare a fare visita insieme alla sua inseparabile pappagallina, alla sua amata , Zia Anna. Quest'ultima tra un suffimigio ed una barzelletta delle sue è pronta a partire insieme al suo gruppo di anziani, per le terme. Peccato però che l'inseparabile valigia gialla di zia Anna, Eufrasia, non ne vuole sapere di entrare nell'ascensore ! Così, ahimè, alla povera Eufrasia toccherà fare un volo dal balcone...e come se non bastasse, precipiterà accidentale su un malcapitato furgoncino ! Ed ecco il via, ad una rocambolesca corsa all'inseguimento del furgoncino 🤣 Sì, avete capito bene amici lettori, proprio la valigia si chiama Eufrasia. E come se non bastasse, Benni, Celestina e Zia Anna, scopriranno che dei brutti ceffi avranno rapito dieci adorabili cuccioli di cane. Risuciranno a recuperare la povera Eufrasia e, soprattutto a mettere in salvo quei poveri cuccioli indifesi? Per scoprirlo non vi resta che leggere il terzo libro delle avventure di Benni e Celestina.
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Farfariel - Il libro di Micú di Pietro Albi edito Uovonero Edizioni.

Oggi con molto piacere vi parlo di una nuova collaborazione con la casa editrice Uovo Nero Edizioni.

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Farfariel - Il libro di Micú di Pietro Albi edito Uovonero Edizioni.
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<<Micú e il gatto restarono davanti alla porta della cantina come due spettatori davanti al boccascena di un teatro di marionette su cui era piombato il sipario.>>
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La storia narrata all'interno del libro è ambientata a Canzano nel lontano 1938.
Micú, nonché protagonisti della storia, è un bambino di dieci anni. Purtroppo a causa della poliomielite è rimasto zoppo di una gamba. Figlio di contadini, nonostante le sue capacità e voglia di studiare, le condizioni economiche della famiglia non gli permettono di proseguire gli studi. Oltre a dover affrontare le problematiche inerenti alla sua cagionevole salute, il piccolo Micú è costretto ad affrontare gli scherni degli altri bambini a causa della sua particolarità. Unica figura positiva nella sua vita, è la presenza del Nonno Tatá detto ''Lamericano", in quanto ha vissuto diversi anni in America. Micú ha un rapporto bellissimo con il nonno, ne è affascinato dai suoi racconti, dagli aneddoti e, da quel suo modo di parlare così ''particolareggiato".
Micú, però, durante le sue giornate e non solo, è sempre accompagnato da una figura costante: il diavoletto Farfariel. Farfariel è un diavoletto dispettoso e indisponente, e turberà, non poco, anche le notti del piccolo Micú.
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Farfariel è un libro di formazione, attraverso le sue pagine ci si inoltra in un epoca passata, fatta di pregiudizi, leggende, superstizione e, voglia di cambiamento. Ciò che balza all'occhio da una prima lettura del libro è sicuramente la sua cura, ogni singolo aspetto è realizzato nel dettaglio. Sfogliarlo sarà un po' come sfogliare un antico album di famiglia, con tutti i ricordi del passato. Ma la vera particolarità sarà la presenza di una ''penna speciale'', già perché il dispettoso diavoletto Farfariel si farà notare anche nella  grafica del libro !
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Farfariel è un libro originale, diverso dai soliti libri, ve ne accorgerete fin da subito. Al suo interno vengono affrontate diverse tematiche importanti, tra cui la piaga del bullismo, il rapporto genitore e figlio, e le problematiche connesse ad un Italia in via di sviluppo e cambiamento. La storia viene sviluppata in maniera molto interessante e lo stile dell'autore risulta essere molto chiaro e scorrevole. Al suo interno sono presenti espressioni dialettali tipiche abruzzesi, che arricchiscono la narrazione. I personaggi e i luoghi risultano essere ben strutturati e caratterizzati, soprattutto il nostro beniamino Farfariel. È un libro che vi invito a leggere, perché piacevole e ben scritto.
Mi complimento con la casa editrice, per la cura e la particolarità dell'opera.

Tra me e te Milano di Isabella Millenotti edito Alise Editore.

Tra me e te Milano di Isabella Millenotti edito Alise  Editore.



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<< Non avevo paura, mi spiaceva solo lasciare Minù. Stavo per precipitare nel vuoto. Poi, non so come, la sua mano ha afferrato la mia e abbiamo iniziato a volare su in alto. >>
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Tra me e te Milano è il primo libro che leggo della casa editrice Alise, che ringrazio per la copia omaggio. È stato un piacere scoprire questa casa editrice, e vi invito a dare un'occhiata al loro interessante catalogo.
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È Capodanno e Giovanna su invito della sua amica Clio,  decide di fare un viaggio in Egitto, nella bellissima Sharm El Sheik.
Ha un fidanzato Roberto, con il quale vive una situazione piuttosto instabile, teme che lui la tradisca. Ma la cosa più strana è che una notte farà uno sogno alquanto insolito...sogna Max ! Max è l'uomo che ha amato di più al mondo e con il quale ha chiuso la relazione ben otto anni addietro.
Però si sa il destino, a volte, ha più fantasia di noi...
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Tra me e te Milano è un romanzo che racconta in maniera vivida anche la situazione di pandemia che stiamo vivendo, ormai da più di un anno. Giovanna si ritroverà a vivere da sola il lockdown, e tra le pagine del romanzo si percepisce il suo malessere, le sue preoccupazioni, e i pensieri che hanno accomunato ognuno di noi nel nostro piccolo. La protagonista della storia è una donna che a volte sembra credere molto nell'amore, altre volte invece incarna la figura della donna disillusa e cinica. Tra vari flashback ricostruiremo il suo passato e ciò che ancora si trascina nel suo presente. È un romanzo piacevole, inizia lentamente tra varie descrizioni, per poi entrare nel fulcro della trama a metà lettura.
Lo stile dell'autrice è piacevole e semplice. La protagonista principale è ampiamente descritta soprattutto dal lato emotivo.
Tra me e te Milano è un libro di narrativa molto contemporaneo ed attuale, condito da piacevoli pennellate rosa che non guastano mai. Lo consiglio per trascorrere qualche ora di lettura piacevole e non troppo impegnativa.