“E’ scomparso, l’orizzonte. Cielo e mare si
mischiano nell’oscurità che si stringe intorno, sempre più cupa. Il vento
flagella le onde che schizzano, facendo tremare le gambe anchilosate dai crampi
e dal freddo”
La giovane diciassettenne Malalai, è una ragazzina
che fugge dall'Afghanistan, da una terra che le ha fatto conoscere solo
violenza, orrore, cambi di governo, limitazione di libertà e di pensiero.
Così si ritrova sola su
un barcone di fortuna a dover fuggire dalla sua terra, dalla sua famiglia, e da
tutto quello che ha sempre conosciuto e sentito familiare.
La piccola Malalai
affronta il viaggio stipata su un barcone di fortuna, ed insieme ad altre anime,
sfida il destino e le atrocità di un viaggio insidioso e tortuoso, ma che
almeno gli offre un barlume di speranza e di sopravvivenza.
I suoi compagni di
avventura, sono persone segnate, persone
che sono state private della loro dignità e a cui la vita ha tolto tutto, ad
alcuni persino da appena nati, com'è toccato al piccolo Bedlu figlio di Kira. Il
passo, a parer mio, più toccante del libro.
“Hai sofferto e sei diventata più forte. Sei viva perché ce la devi fare.
Devi farcela perchéin troppi sono morti, come se la vita nel nostro Paese non
valesse niente. La vita per te ha un valore immenso, Malalai. Ovunque tu sia.”
Malalai con grinta e
coraggio arriverà in Italia, e da lì inizierà la ricerca del
"Maestro", l'uomo di cui sempre le ha parlato il padre, l'unico a conoscenza di tutti i fatti, l'unico in grado di farle
chiarezza sulle sorti di sua madre e di collegare i vari pezzi che compongono il
puzzle della sua intera vita.
Malalai é un bellissimo romanzo, profondo, pungente, vero, ricco di cultura,
tradizione, sofferenza, dalla sua
lettura si evince il desiderio di
indipendenza e la voglia di riscatto sociale.
È un romanzo all’interno
del quale, emerge il coraggio di donne che non si arrendono davanti alla
propria condizione, ma che sfidano il
destino e i dettami che la società e la loro cultura, vorrebbe in qualche modo
cercare di imporgli.
L'autrice é riuscita
con grande sensibilità, eleganza e consapevolezza a trattare delle tematiche
forti e vere, trasmettendo egregiamente nero su bianco, tutta la sua profonda e
reale conoscenza sull’argometo.
“...non ricordo la sua voce, la pressione delle sue carezze,
la temperatura del suo corpo, i suoi umori, le sue cure...La mancanza è
incolmabile, dà le vertigini “
La narrazione è
alternata su due piani, tra passato e presente, numerosi sono i flashback che
ci permettono di conoscere bene il passato della piccola Malalai, cresciuta dal
padre, un professore universitario che le ha insegnato tutto: dalla lettura
alla filosofia, dall' italiano alla vita, e tutto ciò che gli è stato possibile
nonostante le avversità della società in
cui vivono.
Malalai è figlia di una
grande Donna, Bibi, la piccola avrà anche la sfortuna di rimanere orfana di
madre alla tenera età di tre anni.
Bibi é stata una donna
forte, coraggiosa, anticonformista, una femminista islamica, una figura scomoda
per il luogo in cui viveva. Ma
nonostante questo, non si è mai lasciata sopraffare da soprusi ed angherie, ed
ha lottato con tutta se stessa per affermare la sua indipendenza e la usa
libertà di pensiero.
Ho apprezzato molto i
momenti in cui l'autrice con dolcezza,
ha descritto i ricordi e gli aspetti che con la mente riportavano Malalai alla
sua amata terra, Kabul.
Una madre, la cui
assenza pesa enormemente sulla crescita della ragazza, la quale, avverte
terribilmente la mancanza di un abbraccio, di una carezza, di poter solo pronunciare
la parola mamma, e ciò la porta a ricercare questo mancato affetto, in ogni
donna che incrocia il suo cammino.
La bellezza risiede
proprio negli occhi e nel cuore di Malalai, che nonostante le atrocità che ha
dovuto subire, mantiene la dolcezza e l'ingenuità tipica della sua età.
“Ora sei la donna invisibile,. Nessuno
ti guarda, nessuno ti parla, nessuno si accorge della tua presenza tranne tuo
padre. A poco a pocola tua personalità si stempera fino a sprofondare nel nlulla.
È una tecnica per annientarci, per renderci depresse croniche ed esorcizzare la
paura che la donna provoca in loro.”
Le
ambientazioni sono descritte molto bene e in modo accurato, lo stesso i
personaggi risultano essere caratterizzati meticolosamente sia dal punto di
vista fisico che caratteriale. È palese
la profonda conoscenza dell'autrice, in merito alla cultura del mondo afghano, ciò viene confermato dall'utilizzo di termini,
dalla narrazione di usanze e caratteristiche tipiche del luogo.
Malalai
é un romanzo che ti entra dentro, ti segna e di conseguenza di insegna.
Dopo
la sua lettura si guarderà il mondo con altri occhi, ma soprattutto si guarderà
la vita con un'altra consapevolezza.
“La libertà (…) non è
un traguardo, ma il percorso che s'intraprende per raggiungerla.”
Grazie
Ortensia per averci trasmesso attraverso questo bellissimo romanzo la tua
esperienza da grande reporter. 5 stelle piene !
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